mercoledì 27 luglio 2016

"Il mondo delle ombre" di Stefano D'Anna

Stiamo facendo questo lavoro per vedere com’è difficile accedere al sogno, quindi com’è difficile entrare in quel mondo speciale che stiamo tentando di esplorare, di cui stiamo comprendendo le vie di accesso, stiamo disegnando le mappe, cercando di capire come comportarci dato che è soggetto a leggi molto diverse. Noi che siamo abituati alle leggi di Flatland, pianeta piatto, mondo conflittuale, dove la mentalità dominante è quella dell’uomo in conflitto prima di tutto con se stesso, prima spaccato dentro di sé in mille parti, e poi in conflitto con l’esterno, che accusa, che si lamenta, che si giustifica ecc. Dall’altra parte c’è un altro mondo verticale a questo, di cui noi dobbiamo studiare la via di accesso.
C’è qualcosa dentro di noi che deve diventare un fatto esterno, il passaggio tra questo mondo ideale e il mondo della vita, dell’azione, quello che ci sembra concreto, ma che in realtà, come ben intuì e capì Platone è il mondo delle ombre. Allora noi cominciamo a capire che l’economia è la proiezione di qualche cosa d’altro; quando noi cerchiamo di cambiare l’economia con l’economia non succede nulla. 



Se l’economia è soltanto un’ombra, che cosa è l’oggetto, che cosa c’è dietro, qual’è il mondo reale, il mondo concreto? Pensate che capovolgimento di mentalità dobbiamo fare per capire che tutto quello che vediamo e tocchiamo in effetti sono le ombre, e quello che è quel mondo invisibile è il mondo delle cause, il mondo delle soluzioni, ed è lì che noi possiamo trovare la chiave per risolvere i problemi che affliggono l’umanità. Ed è sempre stato così: tutte le volte che si è trovata una soluzione, se andiamo a guardare bene vediamo che è stata presa in questo mondo straordinario dove alcuni uomini riescono ad accedere. Quando riescono ad accedere diventano di tipo speciale, sono uomini straordinari, sono i “remarkable men”.
Ci sono due specie in conflitto: da una parte c’è la massa degli uomini, che hanno questa mente conflittuale, dall’altra c’è l’individuo, che come l’uccello solitario punta verso mete inconcepibili, impossibili per chiunque altro perfino da immaginare, e straordinariamente riesce anche a renderle concrete, a realizzarle. Questi uomini speciali, che fino a oggi nascevano in modo spontaneo, cominciano probabilmente a diventare più frequenti. 
Stiamo parlando di qualche cosa che è la prossima rivoluzione: la metanoia. E’ una rivoluzione del pensiero, molto più rapida delle precedenti. Si tratta di concepire quali sono gli elementi che caratterizzano questa nuova psicologia, che soltanto l’educazione può individuare e trasferire. Per cui noi dobbiamo rieducarci: siamo stati educati in modo tradizionale per avere una psicologia di tipo conflittuale, una logica binaria, e dobbiamo entrare in una nuova specie psicologicamente diversa che è fatta di un altro modo di pensare che noi chiamiamo la psicologia verticale. E’ la nascita del “vertical man”.
Ormai le differenze non sono più visibili, le differenze sono ormai soltanto psicologiche. La vecchia umanità aveva un “vantaggio”, che il mondo era tranciato in parti molto ben visibili: il sì e il no, il bello e il brutto, il buono e il cattivo, l’alto e il basso, e la mente si manteneva facilmente duale perché tutto nasceva per contrasto. E’ come paragonare la visione di una rana a quella di un uomo: la rana vede soltanto le ombre, per cui se una cosa le si agita davanti ed è al di sotto di certe dimensioni salta e cerca di mangiarsela, se è al di sopra di certe dimensioni si spaventa e scappa. Non ha altri riferimenti. L’uomo ordinario è così: o una cosa lo attrae e ci salta su, oppure ne ha paura e scappa, ma vede soltanto l’ombra, non è che capisce di che cosa si tratta. Noi dobbiamo avere invece una psicologia completa che ci permetta di capire di che cosa si tratta. Quindi eventualmente non ci spaventiamo quando gli altri si spaventano e non saltiamo quando gli altri saltano.
Questo è un uomo che ha un comportamento diverso da quello degli altri, è un essere straordinario. Essendo imprevedibile, è anche una preda più difficile. Ora, vi ricordate l’esperimento di Pavlov sui riflessi condizionati del cane? Più le nostre reazioni sono meccaniche, più si avvicinano a quelle dell’animale. Quando il cane non riesce più a stabilire qual’è il segnale, e quindi che cosa seguirà, entra nella nevrosi, diventa nevrotico. L’umanità della vecchia psicologia sta entrando in questa fase, poiché si cominciano a sovrapporre gli elementi: la destra e la sinistra non sono più riconoscibili, le differenze non si vedono più perché cominciano ad essere interne. Chi non ha questa profondità non vede più le differenze perché superficialmente il mondo comincia a sovrapporsi. Le differenze non sono più grossolane, ma sottili; quindi occorre un uomo con una vista speciale.
Avere paura significa essere già sconfitti internamente. La paura è animalesca; ogni volta che abbiamo paura ci avviciniamo alla bestia, ed essere liberi dalla paura è un diritto dell’uomo. Un giorno avere paura sarà considerato immorale, criminale, quello che per l’umanità ordinaria oggi è una condizione normale. Allora: i confini delle nazioni si stanno eliminando, il denaro sta sparendo, i confini delle religioni si stanno cancellando; ad un certo punto esternamente non riusciamo a vedere più quelle differenze che una volta orientavano l’uomo. Quindi, se non arriva un uomo che ha inserito nella propria visione un elemento di profondità entreremo nella nevrosi collettiva, in mancanza di quegli elementi che una volta costituivano i riferimenti più sicuri per orientare la propria vita.
La capacità di padroneggiare le proprie emozioni, di essere veramente padroni della propria azienda interna, è un fatto fondamentale per tutto quello che noi dovremo fare; quindi la vera scuola è quella di eliminazione della zavorra.
Io credo che sia interessante ricordare quello che fece una volta Rockfeller; lasciò detto e scritto ai suoi eredi “Ricordatevi che il vostro patrimonio non è vostro, noi siamo soltanto i responsabili di questa fortuna, la dobbiamo solo gestire ed amministrare per il bene del paese e per il bene degli altri. Quindi ricordatevi che non è nostra”. Nel momento in cui noi abbiamo questa attitudine, non possiamo avere paura. La paura c’è invece quando noi viviamo in questa stupidità, che tutto è nostro, lo abbiamo creato, e eventualmente possiamo perderlo. Ma noi possiamo perdere solo quello che non ci appartiene: quello che ci appartiene non ce lo può togliere nessuno. Quello che noi abbiamo guadagnato in quel particolare punto della nostra vita e che si chiama essere non ce lo può togliere nessuno. Cambieranno le leggi, ci saranno delle rivoluzioni, ma state sicuri che un uomo che ha costruito sulla roccia non può perdersi. Quindi noi dobbiamo costruire questa solidità, che è quella preparazione interna di cui stiamo parlando. Dobbiamo perdere la zavorra; tutte le volte che noi abbiamo emozioni negative, dobbiamo capire che ci stanno appesantendo.
In quell’aerostato che è la nostra vita, che deve andare verso questo mondo superiore delle soluzioni, lì dove basta allungare la mano per trovare l’idea del futuro, in quell’area noi ci arriviamo soltanto con la leggerezza. Self observation: ma è un lavoro che deve essere protratto nel tempo, è un lavoro che dobbiamo fare adesso per essere pronti quando ci saranno le sfide che ci attendono.
Stiamo entrando in un’epoca in cui si abbattono le frontiere, sparisce il denaro, scompaiono le religioni, la differenza tra i sessi comincia ad essere sempre più labile: è stata annunciata la nascita di un uomo che non è né maschio né femmina, che è sia l’uno che l’altro. Quindi a un certo punto lo inviteremo, e ci faremo spiegare che cosa significa vivere questa ambiguità in un mondo che non sa che cos’è l’ambiguità, che cos’è la visione senza opposti. Una visione in cui un essere non è né uomo né donna, è soltanto un essere e va giudicato per la sua interiorità, per la sua responsabilità, per il suo grado di amore, per il suo sogno, per la sua capacità di concepire cose grandi e di realizzarle. Questo deve essere: senza credi, senza differenze di censo, di religione, di nazionalità; questa è una nuova umanità. Chi è pronto ad entrare in questo nuovo mondo? Soltanto i sognatori sono pronti, perché anticipano di anni, anni e anni quello che verrà.
Noi lanciamo continuamente dei messaggi precisi; e anche quando siamo da soli in una stanza, e soprattutto quando siamo da soli in una stanza, noi stiamo lanciando messaggi al futuro. Pensate a quel film straordinario che è “Ritorno al futuro”, in cui lui facendo un viaggio a ritroso modifica un movimento del padre e così facendo ne modifica tutta la vita. Il predatore è sempre in agguato, per grazia di Dio, perché ci deve consentire di migliorarci: ed è implacabile, ci ascolta continuamente.
Quindi non è che se noi stiamo al chiuso di una stanza noi non stiamo mandando messaggi: perché questi messaggi sono registrati nell’essere. Appena noi andiamo fuori da una stanza, dove abbiamo fatto la cosa più orribile del mondo, o la più stupida, o la più ignorante, tanto non ci ha visti nessuno, il mondo ne è immediatamente informato. Come ha fatto? Noi abbiamo una “black box” come quei camionisti, che si dicono “Ah, non c’è la polizia, adesso mi metto a correre”, e la black box registra. Poi lo fermano, gli dicono di far vedere la black box, e gli dicono “Come mai lei ha fatto tanti chilometri in tanti minuti? Allora lei ha corso”. “Ma come fate a saperlo?”. Voi andate nel mondo, incontrate un altro uomo che è un millimetro più avanti di voi, e immediatamente lui sa tutta la storia. Non sa esattamente fisicamente cosa avete fatto, ma sa che c’è stata una degradazione.

C’è un uomo che commette un omicidio, nessuno lo ha visto. Ma come esce per strada, passa una macchina e lo sporca da capo a piedi con l’acqua di una pozzanghera; è come se venisse riconosciuto. L’uomo, anche se non l’aveva visto nessuno, va e si costituisce”.



La macchia interna in effetti il mondo la rende anche visibile; io vi sto parlando di una cosa di una concretezza estrema: un uomo, qualunque cosa faccia, qualunque cosa dica, qualunque cosa pensi, qualunque movimento è registrato nell’essere. La navigazione della nostra vita è tutta registrata in questa black box: una parte di umanità ne è consapevole, un’altra parte non ne è consapevole. C’è una parte di umanità che sa, e un’altra parte che invece crede di potersi nascondere. Ed è una fondamentale differenza. 
Nel momento in cui noi pensiamo così siamo diventati un’altra specie. Vi rendete conto che per uno che sa che in una stanza qualunque movimento faccia, qualunque cosa stia pensando viene visto, non è mai solo e nascosto, può diventare un’ossessione: chi entra in questa forma di autoosservazione, all’inizio sente questa difficoltà di riuscire a capire che ogni cosa è registrata.
Oscar Wilde rende questa cosa nel “Ritratto di Dorian Gray”: tutto quello che io faccio, che apparentemente non lascia tracce, resta da qualche parte registrato. 



Ricordate la storia? E’ un uomo che riesce a conquistare l’immortalità, l’eterna giovinezza, che però poi usa per danneggiare il prossimo, per traviare delle giovani approfittando della sua bellezza fisica e della sua eternità. Tutto il male che lui fa invece di lasciare delle tracce su di lui vanno a trasferirsi su un suo ritratto che è in soffitta, un quadro che lo ritrae. Quindi quando poi lui va in soffitta un giorno e vede questo quadro si trova davanti un essere orribile.
Quindi, quest’idea che da qualche parte viene tutto registrato è sempre esistita. Se noi a caldo seguiamo la traccia di qualsiasi cosa che ci accade oggi, potremo trovare la causa. E la causa è sempre dentro di noi. Il mea culpa diventa l’esatta comprensione di tutto questo: alla fine di tutto quello che accade, io posso andare sempre indietro a cercare l’origine dentro di me. Che cos’è? Tutta la zavorra, tutto il pensare negativo, tutte le emozioni stupide, tutto l’appesantimento che ci stiamo portando dietro, che ci schiaccia su Flatland e non ci permette di sollevarci. Quando ci si libera da tutto questo si è veramente liberi, perché tutte le paure dell’uomo sono immaginarie. L’uomo, vivendo e nutrendosi di paure immaginarie, di dubbi, di passato, di stupidità, di terrori, di orrori e di tutte le cattiverie possibili, si appesantisce sempre di più. Quando arriva il momento in cui ha bisogno di coraggio, di forza perché arrivano le sfide, non li trova.
Automaticamente, tutto quello che accade internamente a un uomo sta decidendo anche gli eventi esterni. L’unica cosa che ci impedisce di vedere questo è il tempo. La paura è quello che ci dice che non siamo ancora preparati; questo è il nostro lavoro: noi dobbiamo continuamente prepararci. Questo significa essere continuamente sgombri, liberi, puliti, felici, gioiosi con il sogno davanti di quello che noi vogliamo fare senza mai allontanarci da questo. 

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giovedì 21 luglio 2016

“Chiedi e ti sarà dato, cerca e troverai, bussa e ti sarà aperto” di Stefano D'Anna

La psicologia creativa studia l’essere, studia i livelli dell’essere e i cambiamenti dell’essere. L’uomo ha in sé tutti i livelli, ma non ha le chiavi di accesso, per cui è imprigionato in una fascia dell’esistenza.
Noi siamo gli artefici di tutto quello che ci accade,  nel bene e nel male. Possiamo rappresentare una linea, che è quella del “passing time”, del tempo che passa, del divenire: nella visione ordinaria non esiste altra dimensione che questa. Il segreto più grande che vi può trasmettere la scuola è che noi dobbiamo innalzare il nostro livello d’essere. Questa è la soluzione. Nel passing time non ci sono soluzioni. Quelle che sembrano tali non sono altro che il rinvio del problema a un altro tempo e a un altro luogo. La vera soluzione è un fatto evolutivo. La linea del passing time è l’unica che l’uomo ordinario riconosce, è la vita nella visione ordinaria. Se noi non sapremo che tutto quello che ci accade è stato a lungo preparato nel nostro essere, ci troveremo di fronte a quello che si chiama “improvviso”.


Dobbiamo fare il salto dalla psicologia orizzontale alla psicologia verticale, che non è più fatta di dilemmi, non vede più solo la cosa in sé, ma il livello che ne determina il verificarsi. 
Se cambiamo il livello quella cosa non si verificherà o si verificherà in modo diverso. Allora, c’è una verticale a questo mondo, che è fatta di livelli. Nel passing time non è permesso il sorpasso; noi abbiamo invece possibilità straordinarie nella linea dell’essere, possiamo fare un passaggio, e un millimetro fatto qui cambia tutta la linea degli eventi. Ma che cosa può essere un millimetro nell’essere, concretamente? Dovete immaginare il livello dell’essere come se fosse una prigione; si può fare soltanto quello che è permesso all’interno di quel cerchio di mura. Quando incontriamo un uomo a un livello diverso d’essere, come facciamo a sapere se è un superiore o un inferiore? Come facciamo a sapere chi è avanti e chi è indietro? Chi è superiore nota i dettagli.
Per noi l’incontro con un superiore avviene come in un alone, in cui noi non riusciamo a ricordare i dettagli. Incontrare un superiore è però una grande opportunità, perché ci permette di fare anche noi quel passaggio, attraverso proprio il chiarimento di alcuni dettagli. Se noi facciamo quel lavoro di costringerci a vedere i dettagli è come se noi rubassimo quel livello. Naturalmente è un gioco pericoloso, perché normalmente il superiore in questa operazione dovrebbe immediatamente rimettervi al vostro posto, si accorge di questo vostro tentativo di occupare questa fascia e vi rimette dove dovete stare. Questo se è un guardiano attento della sua fascia; se non lo è, permetterà a voi di arrivare ad occupare la sua posizione, di spodestarlo o di diventare un pari.
Non so se riuscite ad entrare in questo: due uomini si incontrano, e in questo incontro uno ha la visione nitida di tutti i dettagli, ha in un colpo d’occhio tutti gli elementi essenziali per il riconoscimento di un livello d’essere; l’altro invece ha una visione come offuscata, ovattata, non nitida della situazione. Quando incontrate un uomo di un livello, tutto è perfettamente allineato, armonizzato con quel livello; se così non fosse, siamo di fronte a uno che sta occupando quella posizione in modo arbitrario, e qualcosa arriverà. L’attenzione ai dettagli è fondamentale.
So che molti di voi si pongono una domanda: “come faccio ad ottenere quello che voglio? E’ possibile desiderare intensamente qualcosa e ottenerlo?” Noi abbiamo detto che tutto quello che sogniamo è la realtà, perché la realtà è la proiezione del sogno, la realtà è il sogno trasferito nel passing time. Quando quel sogno viene meno, questo mondo scompare. Tutto quello che è visibile, tutto quello che ci appare concreto in realtà è frutto di una cosa invisibile.

Chiedi e ti sarà dato, cerca e troverai, bussa e ti sarà aperto



Questa è la risposta che cerchiamo: non è lo stesso che dire “ogni sogno si realizza”? Tutto quello che voi sognate si realizzerà; ma l’importante è capire che cos’è un sogno, perché altrimenti lo potremmo confondere con una “wishful thing”. E qui torniamo al potere del dettaglio: tutto quello che io vedo e immagino nei minimi dettagli è il mio sogno; tutto quello che invece non riesco a vedere nei dettagli è una fantasia che lascia il tempo che trova. Il sogno trova la strada per realizzarsi, nasceranno una serie di combinazioni, di opportunità, di fatti che nessuno poteva prevedere e che permettono al sogno di realizzarsi. Ma il sogno lo dovete formulare voi. Il sogno, per realizzarsi, deve corrispondere veramente al nostro essere, e perciò l’essere è l’avere ed è il fare. Noi potremo realizzare, fare ed avere (ed anche sognare!) soltanto quello che corrisponde al nostro livello d’essere: il sistema è perfetto. E’ necessario quindi SOGNARE CONCRETAMENTE: cosa significa? Significa creare qualche cosa che diventerà realtà, nei minimi dettagli, così come voi l’avete concepito.
Com’è che noi ci facciamo dei danni? Quando inquiniamo il nostro sogno, e lo inquiniamo con le paure, con le preoccupazioni, con i dubbi ecc. Che cosa significa chiedere? Noi possiamo chiedere soltanto a noi stessi, non c’è nessuno dal di fuori che ci può dare. Noi dobbiamo fare un sogno di bellezza, un sogno di verità, un sogno di prosperità e difenderlo con tutte le nostre capacità. L’umanità fa soltanto sogni di sciagura, che puntualmente si verificano; allo stesso modo si verificano tutti i sogni di bellezza. L’arte infatti è sempre stata, e lo sarà sempre di più, il ponte tra il passing time e il sogno. 
L’economia è l’ombra proiettata su uno schermo, quindi tutti gli sforzi di modificare l’economia toccando le ombre sono inutili; quello che bisogna cambiare è il proiettore, ovvero l’uomo e la sua psicologia. Appena noi facciamo quel passaggio il mondo si trasforma. Questa è una rivoluzione che può fare soltanto l’individuo; il passaggio si ha con l’eliminazione della paura, con la riduzione di tutta la zavorra che voi ormai conoscete. Se l’uomo fosse così veloce, così preparato da poter spostare il proprio livello d’essere rapidamente, improvvisamente addirittura scomparirebbe anche la situazione fisica. Il rovesciamento di una nostra situazione interna immediatamente deve trasformare quella esterna. L’umanità ha fatto i suoi progressi per merito di pochi uomini che hanno saputo sognare, sostenere, illuminare il proprio sogno, mantenerlo contro ogni attacco.


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                                                                  LEGGI: "LA SCUOLA DEGLI DEI" DI STEFANO D'ANNA




martedì 12 luglio 2016

"Il riassorbimento dell'energia" di Stefano D'Anna

Fabbricate un posto magico nella vostra psicologia, createvi un posto nell’essere da dove potete contemplare l’infinito, l’immenso, dove potete ritornare quando volete, a riprendere nuova energia. Un posto psicologico dove potete sentirvi uniti nell’essere, integri, felici, completi, un posto di gloria, di vittoria. Fabbricate un posto in paradiso. Questo posto è il qui ed ora. Dal qui ed ora nasce tutto. Noi crediamo che il passato sia già fatto ed il futuro ancora da fare, ma tutto accade nel qui ed ora. Curate questo momento, come nel sogno, questo momento sta creando tutto il nostro passato ed il nostro futuro, per la mente questo è inconcepibile: il qui ed ora è un sole che irradia in ogni direzione...

Crono, il tempo, non solo divora i propri figli, ma divora se stesso. L’umanità è posseduta dal tempo, tutti sono intrappolati nel tempo, il tempo è un buon servitore ma un cattivo padrone. Possediamo il tempo. Qui ed ora è la cancellazione del tempo è la compressione di tutto il passato e di tutto il futuro. Se sappiamo assorbire eventi ed esperienze nel qui ed ora: troviamo soluzioni, vinciamo battaglie impossibili da vincere...
Quando siamo nel mondo spendiamo energia. Differiti dal qui ed ora, identificati con gli eventi e le circostanze esterne, perdiamo liquido vitale. La parabola dell’emorroissa è la metafora dell’uomo che perde energia e la recupera toccando (o anche soltanto andando verso) l’unità dell’essere (rappresentata da Gesù). L’emorroissa perde sangue, la vita, ma non sa come riprendersela, non conosce il riassorbimento, essa non può guarire da sola, ha bisogno dell’unità dell’essere, del guaritore, di una medicina interna per chiudere le sue ferite e tocca il mantello.
Occorre avere la capacità di riassorbire, far rientrare la vita che dai fuori. Il movimento di riassorbimento è una implosione. Guardate la vita all’indietro, riavvolgete il nastro del tempo, fate l’album al contrario, partite dalle foto più recenti ed andate indietro fino all’infanzia, ricordarsi bambini è una forma di riassorbimento, ritornare ad essere bambini, diventare sempre più piccoli, sempre più felici. Ricordare se stessi..
Paul Gaugain abbandona il lavoro parigino di cambiavalute e parte alla ricerca del paradiso perduto, vive a Panama, in Martinica, infine approda a Taiti, ma il paradiso da lui tanto cercato non lo trova, perché lo cerca dove non c’é, nel mondo esterno. Finché verso la fine della sua vita povero, deluso (to be disappointed è una condizione fondamentale per un uomo per cominciare a capire), ormai ammalato, scrive: “.. sono risalito assai alla lontana, assai più indietro dei cavalli del Partenone, sino al vecchio buon cavalluccio di legno dei tempi dell’infanzia..” E tutta la pittura moderna, a partire dall’Olimpia di Manet del 1863, rivoluziona il modo di guardare il mondo e segna, dopo secoli, lo stacco della pittura dalla realtà.

Il riassorbimento è il ricordo di sé. Se una persona riesce a ricordare se stessa, rimembrarsi, mettere le membra insieme, può riassorbire la vita che va verso la superficie e riprendersela. Mentre si è nel mezzo dell’azione, nel tumulto del mondo esterno, uno sguardo rivolto all’interno, alla propria vita, un ritorno al centro, è una forma di riassorbimento. La tecnica del riassorbimento è ritornare al centro, rientrare a casa. Donarsi e rimanere intatti, come fa il sangue che rinnova il corpo, poi ritorna e si purifica, prima di ritornare a donarsi.. a donare la vita... Nutrirsi dall’interno.
Nella favola di Peter Pan, ripresa da Spielberg in Capitan Hoock, il protagonista (Robin Williams) dimentica quel posto magico, l’isola che non c’è, NeverneverLand, invecchia, ingrassa, ha una vita insoddisfacente, oppressa da preoccupazioni e tirannicamente asservita al lavoro. Ha dimenticato come ritornare a casa... Come l’emorroissa, non conosce le tecniche del riassorbimento.
Il riposo è una delle tecniche più importanti di riassorbimento.
In tutte le culture, in tutte le tradizioni sapienziali sono codificate le pause, gli intervalli, il riposo. La domenica per i cristiani, il sabato per gli ebrei, il venerdì per i musulmani, sono i giorni dedicati al riassorbimento. Una condizione così importante che gli ebrei prevedevano la condanna a morte per chi trasgrediva il sabato, il giorno dedicato al non-fare... Ed in Arabia Saudita la polizia religiosa, armata di manganelli, si accerta che i negozi chiudano nelle ore di preghiera e tutti vadano alla moschea. Il digiuno dell’azione. La musica è fatta di pause.. e anche il respiro, tra espirazione ed inspirazione ha una sospensione. Da bambini facevamo gare con noi stessi nel trattenere il respiro o stavamo a lungo con gli occhi chiusi... Sapevamo istintivamente l’importanza dell’intervallo, del silenzio, del riposo...  riposo verbale.. di impressioni.. di cibo.. di liquidi... Tutte le tradizioni ascetiche e spirituali hanno posto il riposo (inteso come l’astenersi, come digiuno) al centro delle pratiche dirette all’elevazione dell’uomo ed all’accrescimento dei suoi poteri....
Breakfast significa interruzione del digiuno... E gli sgambetti alla meccanicità sono tutte le interruzioni, le pause, i cambiamenti che intenzionalmente apportiamo nelle nostra abitudini.... L’interruzione del dialogo interiore è un’altra forma di digiuno o riposo e quindi di riassorbimento... Così come l’umorismo e l’autoironia.
Il silenzio contiene il suono e lo produce
L’invisibile contiene il visibile e lo produce
Il non-fare contiene il fare e lo produce
Per un uomo verticale non c’è bisogno di attendere la domenica per riassorbire.. ogni attimo è domenica.. egli non ha bisogno di attendere il Natale per sentire la gioia conosce la strada di accesso al paradiso portatile.... Il riposo del Guerriero è il “sogno”.
Attraverso la self-observation possiamo riassorbire (e non più sfuggire) stati di dubbio, di paura, di dolore, di sofferenza, di death urge consciousness... possiamo riportarli dove si sono originati e farli rientrare in un ordine meraviglioso, in quel qui ed ora che è la verità... che è il riassorbimento in se stessi... Nulla è fuori di noi .. gli stati si materializzano e ci ritornano a boomerang in forma di eventi.
Il riassorbimento è una proattività... riporta nel qui ed ora il differimento, la precarietà, l’ombra in noi che sta per materializzarsi.... Le malattie nel corpo e gli eventi spiacevoli nel mondo esterno, sono la materializzazione di emozioni e prima ancora di pensieri non riassorbiti.... Il riassorbimento è leggere a ritroso il linguaggio dei sintomi fino ai simboli più remoti... è ripercorrere la scala lungo le fasi che hanno portato i sintomi ad acutizzarsi, è risalire la corrente fino alle sensazioni, alle emozioni e, prima ancora, al pensiero distruttivo da cui originano. Tutto è dentro di noi.

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