LA LEGGE
DELL’ANTAGONISTA.
OGNI ORGANISMO SULLA VIA
DELLA SUA EVOLUZIONE E' MINACCIATO DA UN ANTAGONISTA CHE E' PROPORZIONALE ALLA
FORZA E ALL'AMPIEZZA DEL SUO PROGETTO.
QUESTA MINACCIA E' IL
MOTORE DELLA SUA EVOLUZIONE ED E' INDISPENSABILE ALLA SUA CRESCITA.
UN UOMO CHE CRESCE
ABBANDONA LE SUE ATTUALI DIFFICOLTA', ORMAI ARMONIZZATE E COMPRESE, E QUINDI
NON PIU' ANTAGONISTE MA PARTE DEL SUO SVILUPPO, E VA INCONTRO A PROSSIMO
LIVELLO DI DIFFICOLTA'.
QUALSIASI ATTIVITA',
PRATICA O FILOSOFICA, TENDE A SVILUPPARE NELL'UOMO LA CAPACITA' DI USARE
L'ANTAGONISTA COME UNO SCALINO SU CUI POGGIARE IL PIEDE ED ANDARE OLTRE.
L'ANTAGONISTA LO
INCONTRA SOLO CHI HA UNO SCOPO E VUOLE RAGGIUNGERLO. LA CADUTA NON HA
ANTAGONISMO, E' LIBERA E QUINDI INDOLORE.
La prima forza, il
nostro aim, può essere immaginata come un invito che spediamo all’antagonista
indicandogli dove stiamo andando, una specie di sfida, il lancio di un guanto.
Al tempo debito, l’antagonista puntualmente ci verrà incontro, non per
ostacolarci, come potrebbe sembrare, ma per permetterci di superarlo e di
realizzare il nostro scopo. Oscuramente l'umanità sa che più grande è il sogno,
più ampio lo scopo, maggiori sono le difficoltà che ci verranno incontro
proprio per permetterne la realizzazione. Come in ogni duello si combatte solo
tra pari, e la forza dell’antagonista è grande quanto la posta in palio. Così
inconsapevolmente gli uomini accettano il limite, imparano a contenere le loro
aspirazioni, imparano a rimpicciolire il sogno, per limitare l'attrito, la
forza avversa. Questa visione mantiene la maggior parte dell'umanità al di
sotto di un livello di responsabilità, di dignità ed anche di ricchezza
materiale.
Nella navigazione a vela
la prima forza è la rotta, la direzione che diamo all'imbarcazione. Il vento è
una forza che sembra contrastarci ma in realtà alimenta le vele ed è il motore
stesso del nostro viaggio. L'arte della navigazione è proprio la capacità di
volgere il vento a proprio vantaggio, orientando le vele nel modo più
opportuno. Ed ogni disciplina marziale è l’arte di volgere a proprio vantaggio
la forza avversaria.
Questa visione
dell'antagonista ha in sé la chiave di accesso al mondo della responsabilità e
della libertà. Il segreto di questo passaggio attraverso la cruna dell’ago è
una rivoluzione degli schemi mentali, un rovesciamento della descrizione ordinaria
del mondo.
Mentre per un uomo
ordinario l'attitudine nella vita è di evitare le difficoltà con ogni mezzo, un
leader sa che le difficoltà annunciano la realizzazione delle proprie
aspirazioni e le accoglie come alleati a lungo invocati.
ADVERSITY IS PROSPERITY
ADVERSITY IS FORTUNE
ADVERSITY IS BLESSING
Ogni nostra conquista,
ogni nostro achievement richiede uno sforzo. Quando Agamennone sogna di
conquistare Troia gli viene chiesto di sacrificare la figlia più cara,
Ifigenia. E ad Abramo di immolare la cosa più preziosa, il figlio Isacco. Ed in
tutte le tradizioni ed in tutte le mitologie, ogni eroe, da Ulisse a Sigfrido,
ad Arjuna, per raggiungere la sua meta, affronta prove che richiedono un
coraggio e una forza al di sopra di quella degli uomini comuni. Ma per
realizzare il nostro Aim che cosa ci è chiesto veramente di sacrificare?
Ifigenia, Isacco sono simboli. Per raggiungere il suo scopo ad un uomo è
richiesto di sacrificare limiti e mediocrità ed ogni identificazione, esterna
ed interna, con emozioni negative, pensieri piccoli che impediscono il suo
passaggio e non possono seguirlo lì dove egli ha scelto di andare. E’
straordinario come i miti greci sappiano trasferirci un messaggio così potente
ed offrirci le scoperte di una scienza antica quanto l’uomo, infinitamente più
avanzata della moderna psicologia. Ciò che impedisce a un uomo di andare oltre
sono i suoi attaccamenti; e ciò cui un uomo è più attaccato, anche se è
difficilo vederlo ed ammetterlo, non sono i figli o i suoi beni, ma le sofferenze
ed i limiti.
Gli uomini sono attaccati alle loro sofferenze più che ai
loro beni e per questo hanno tanta difficoltà ad abbandonarle. La paura ed il dolore circoscrivono uno spazio ipnotico,
delimitano i confini delle nostre possibilità e ci fanno sentire sicuri come
tra le pareti massicce di un bunker, metà rifugio, metà prigione....
Togliere ad un uomo che non si è preparato un
malanno o una difficoltà, è come dare alla sua vita un’accelerazione cui non è
pronto e le cui conseguenze non sono prevedibili. Egli immediatamente li
sostituirebbe con un altro malanno o con un’altra difficoltà ripristinando,
come una perfetta macchina omeostatica, le condizioni che gli
corrispondono.... (S. E. D’Anna - La
rivoluzione individuale).
Se hai un aim c’è un prezzo
che ti è richiesto di pagare in anticipo.
Pagalo senza esitazioni e con gioia. Quando l’avrai pagato saprai che il prezzo
è sempre giusto. Quando ricorderete questo messaggio della vostra Scuola e lo
porterete con voi, impresso nella parte più profonda di voi, avrete nelle
vostre mani il segreto più importante per conquistare posizioni di
responsabilità e di ricchezza. Quando arriveranno eventi minacciosi,
burrascosi, apparentemente insostenibili, soltanto pochi sapranno riconoscere
dietro le apparenze dell’antagonista, il migliore alleato.
Senza farlo vedere, vi
stropiccerete le mani, sapendo che dietro quell’avversità che spaventa tutti
gli altri, che li spinge ad abbandonare, a tradire, a fuggire, c'è il grande
segreto per andare oltre.
Alla vigilia della
battaglia con i germani, mentre tutti i romani sono spaventati e pronti ad
abbandonare, a disertare, c'è soltanto un uomo che mantiene la sua integrità,
l'impeccabilità, l'incorruttibilità, e vede la grande opportunità oltre
l'apparente avversità. Pensate alla diversa ampiezza del loro aim. Chi voleva
tornare in patria per riabbracciare la famiglia, chi per tornare agli agi della
propria condizione. Cesare aveva a cuore le sorti della patria, di tutto quello
che era stato costruito attraverso i secoli e di cui si sentiva responsabile e
continuatore. Nella diversa ampiezza del loro aim c'è la diversa ampiezza del
loro essere e la diversità del loro destino. Cesare nel pensare, nel sentire,
nel comportamento è già un imperatore, l'impero gli sarà soltanto aggiunto.
Ma come fare ad accogliere gli eventi che si presentano in modo così minaccioso? L'antagonista
sembra conoscere le nostre paure, i limiti della nostra comprensione, e trova
sempre maschere tali da spaventarci. Che cosa può darci quella fiducia in noi
stessi, la certezza di farcela, la capacità di vedere il successo dietro la
maschera terribile dell'antagonista? Cosa ci può permettere di credere in
quella incredibile combinazione di eventi che permette a quella donna di
trovare l'unico uomo al mondo che poteva donarle un midollo compatibile e che
da un paese distante migliaia di chilometri è arrivato puntualmente a salvarla?
E' questa puntualità che
ci interessa. E' la stessa che troviamo in tutti i meccanismi narrativi, dalle
fiabe ai film: l'eroe, l’uomo che ha un sogno, che ama, l'essere luminoso, è
sempre al centro di questa puntualità. E quando il momento è estremo, ha il
coltello alla gola e tutto sembra perduto, uno squillo annuncia l'arrivo
dell'aiuto.
L'ANTAGONISTA
NON E' MAI SUPERIORE ALLE NOSTRE FORZE.
Non possiamo
essere avversati da nulla che sia più grande di noi, che non sia nelle nostre
capacità di contenere, di sopportare, di superare e trasformare. Anche tra
Davide e Golia, oltre le apparenze, la lotta è sempre pari. Per chi conosce il
Gioco, la vita è una palestra meravigliosa per crescere ed essere di più.
Freedom from Fear, libertà dalla paura.
Senza la comprensione di
questo, la maggior parte degli uomini si ferma molto prima di questa soglia e
si rifiuta di pagare il prezzo del prossimo passaggio evolutivo. Il pagamento è
inevitabile e tutti fanno sforzi e tutti pagano. La differenza è
l'intenzionalità. Gli sforzi che siamo obbligati a fare, ai quali non possiamo
sottrarci, è come se non contassero. Valgono solo gli sforzi consapevoli, i
sacrifici intenzionali volti al raggiungimento di un aim, liberamente scelto.
E' una esperienza comune
a tutti noi l'accorgersi che il nostro stato d'essere cambia continuamente e
che con esso si modifica la nostra visione del mondo reale: ciò che abbiamo
visto in uno stato di ottimismo o di euforia, radicalmente si trasforma quando,
per qualunque motivo, entriamo in uno stato d'animo diverso, e quel progetto
che ci era apparso così desiderabile e realizzabile, diventa improvvisamente
irto di difficoltà insormontabili e ci spaventa, smorzando quella che ora ci appare
una inspiegabile velleità.
Vision and reality are one.
Il mondo è tale perchè
la nostra visione è tale. Alice nel Paese delle Meraviglie che annega nelle
proprie lacrime è la metafora dell’uomo che ha una visione rovesciata del mondo
e da creatore è diventato vittima della sua creazione. Il mondo ingrandisce o
si rimpicciolisce, è minaccioso o amico, è splendido o miserabile con
l'ampliarsi o il rattrappirsi dei nostri pensieri, del livello e della qualità
delle nostre emozioni, delle nostre sensazioni e la ricchezza o il grado di
povertà delle nostre percezioni, cioé con il nostro livello d'essere. I
pensieri dell’uomo, nel bene e nel male, sono sempre creativi, come i frutti
dell’albero della conoscenza. E come il sognatore trasforma il sogno in realtà,
così l’uomo ordinario, dal pensiero distruttivo, e che ha dentro un canto di
dolore, determina gli eventi luttuosi della sua vita e diventa vittima della
sua creatività distruttiva.
Dal mito biblico di
Adamo ed Eva fino a Frankenstein e a Blade Runner, il peccato dei peccati è la
degradazione dell’uomo-Dio, che in uno stato di dimenticanza, si identifica con
la sua creatura, il mondo, trasformandosi in un essere pauroso e piagnucoloso.
E, come accade in tutti questi miti, la creatura si ribella ed uccide.
L’antagonista viene a
risolvere.. a pareggiare i conti che non abbiamo chiuso.. i vuoti nell’essere
che non abbiamo riempito.