L'Uomo verticale
Più che l'economia e la politica
quello che veramente è in gioco è il futuro della specie Homo Sapiens. La
nascita e l'affermarsi di un uomo nuovo, dotato di un apparato psicologico più
evoluto, non è un'opzione ma una condizione di sopravvivenza per tutto il
genere umano. Seguendone le tracce, oltre i confini angusti dell'economia, la
nostra ricerca ha percorso trasversalmente i domini scientifici di numerose
altre discipline come antropologia, sociologia, e perfino etologia, cioé la
scienza che studia il comportamento e le abitudini animali. Quando l'abbiamo
individuata abbiamo chiamato questa nuova specie: l'uomo verticale.
Sono particolarmente lieto di
poter dare a voi, lettori de "La Scuola degli Dei", l'importante annuncio
scientifico di questa nuova specie psicologica anticipandovi i profondi
rivolgimenti che il suo affermarsi avrà su tutte le attività umane e,
soprattutto sull'economia e sulla politica.
Al di là dei caratteri biologici e
morfologici comuni alla ordinaria umanità, essa è connotata da un modo di
pensare e di sentire che non potrà mai essere imitato da nessun computer. La
psicologia dell'uomo nuovo, dell'uomo
verticale non può appartenere a
nessuna macchina. Egli non è una evoluzione della vecchia umanità ma un essere
assolutamente originale, dotato di una psicologia libera da conflitti interiori
e dalla zavorra delle emozioni negative. La sua logica non è più binaria, la
sua mente non funziona per contrapposizioni, il suo spirito non è conflittuale.
Egli conosce l'esistenza di livelli, i gradi cui ogni cosa appartiene nella
Scala dell'essere e vede il mondo attraverso questo ordine, questa gerarchia, e
non attraverso la frizione degli opposti. Gli opposti sono soltanto i due
profili della stessa realtà, come le due estremità di un solo bastone. Dietro
di essi c'è un'armonia nascosta, come già Eraclito sapeva. La gerarchia è Dio.
L'uomo verticale ha una dimensione in più. Il suo punto di
vista è dall'alto. E' insieme l'osservatore e l'osservato, lo scienziato e la
cavia, l'individuo e la folla, e come tale ha una psicologia più completa o,
potremmo dire, appartiene ad una specie più intelligente. Unificando ed
armonizzando gli opposti dentro di sé, sa usare la conflittualità esterna come
propellente per la sua evoluzione. Attraverso questi uomini l'impossibile diventa prima possibile e
poi inevitabile.
La legge dell'antagonista
In nessun altro spazio è
così evidente la differenza rivoluzionaria tra la visione dell'umanità
ordinaria e la visione verticale del mondo come nella percezione
dell'antagonista. A una mente convenzionale l'esistenza appare come un flusso
ininterrotto di ostacoli, di problemi e
difficoltà. L'intero pianeta è percepito come il campo d'azione dell'antagonista, una forza cieca,
inspiegabile, che sembra non avere altra funzione che quella di impedirci il
raggiungimento, la soddisfazione di quanto desideriamo. L'universo è ostile,
ciecamente, impietosamente avverso. Anche le scuole di pensiero sono nate
intorno ad un dualismo ed ogni conoscenza o scienza dell'uomo non sembra
svilupparsi da altro che dall'attrito tra due concetti contrapposti: il bello e
il brutto (estetica), il bene ed il male (etica), il vero e il falso (logica),
l'apparenza e la realtà, spirito e materia (epistemologia), etc.
L'intelligenza è ancora una
scintilla sprigionata dallo strofinio di due selci tra le mani di un selvaggio.
La ragione dell'uomo ordinario è
armata. La Grecia antica conosceva il suo male oscuro, quel pensiero
conflittuale che decise la fine prematura di quella meravigliosa civiltà. Il
mito di Atena, la nascita della dea-ragione dal cranio di Giove, in completo
assetto di guerra, è una visione di spietata chiarezza e la diagnosi più lucida
dell'esistenza di un male dei mali, una divisione, una conflittualità interna
all'uomo, causa ed origine di ogni povertà e della sua lunga storia di
disastri. L'uccello di Minerva prende il volo soltanto sul fare della notte.
Ama il tuo nemico
Per l'uomo verticale la forza
antagonista è un alleato e il motore stesso della sua evoluzione,
indispensabile alla sua crescita. Le avversità sono gradini su cui poggiare il
piede ed andare oltre. Questo rovesciamento della visione ordinaria ha in sé il
segreto del passaggio attraverso la cruna dell'ago, la porta stretta che
conduce al mondo della responsabilità, della libertà, del successo. Mentre per
un uomo ordinario l'attitudine nella vita è di evitare le difficoltà con ogni
mezzo, un uomo verticale sa che le difficoltà annunciano la realizzazione delle
proprie aspirazioni e le accoglie come alleati a lungo invocati.
Ama il tuo nemico esprime in tutta la potenza di un
linguaggio paradossale lo shock psicologico che segna il passaggio a questa
nuova età. Possiamo affermare che parole come "ama il tuo nemico"
sono il vagito di una nuova specie, ed il manifestarsi di una psicologia
verticale di cui il Nuovo testamento, al di là della teologia, è il vero atto
di nascita. Il pensiero verticale è l'evento
che nella coscienza della nostra civiltà traccia per sempre lo
spartiacque tra due specie umane e decreta la definitiva obsolescenza del
pensiero conflittuale, ancora eco di una nostalgia zoologica. L'età dell'uomo
verticale annuncia in economia come in politica l'emergere di una nuova
generazione di leader capaci di superare la visione orizzontale, per opposti,
con una visione verticale, per gradi, in scala, capace di armonizzare gli apparenti antagonismi di sempre: economia ed etica, azione e contemplazione, ragione ed emozione, potere finanziario e amore. Solo
uomini con questa visione potranno guidare la transizione da una civiltà
cresciuta attraverso il contrasto, la lotta, l'opposizione, attraverso guerre,
rivolte e conflitti, a una civiltà capace di trasformare gli antagonismi e le
avversità in eventi di ordine superiore.
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