venerdì 6 novembre 2015

"Il tuo pensiero crea il tuo destino." di Stefano D'Anna

Partendo da questo assioma la nostra ricerca ha raggiunto una prima conclusione così rivoluzionaria da richiedere, anche soltanto per poter essere formulata, il completo rovesciamento della visione ordinaria del mondo.

La ricchezza delle nazioni, il loro grado di prosperità e di benessere, la stabilità e la maturità delle loro istituzioni, sono l'effetto dei modi di pensare e di sentire dell'umanità. L'economia di un paese non è che la proiezione del suo sistema di valori e dei principi in cui crede.
Per cambiare il nostro destino, anche economico, dobbiamo perciò prima cambiare la nostra psicologia. Il sistema dei valori morali, delle idee e dei principi in cui crediamo è la causa ed i fatti economici sono l'effetto. Questo è vero per un paese, per una organizzazione, per un uomo come per una civiltà. La vera differenza tra le nazioni non è quindi creata dalla quantità della loro ricchezza, comunque misurata, che è al più un effetto, o dalla disponibilità più o meno grande di risorse naturali o tecnologiche, ma dalla diversa qualità delle loro idee, dell'ampiezza del loro modo di pensare e di sentire, della profondità del sistema dei valori morali di quei popoli. Così come la differenza tra gli uomini non è di ceto, di razza, di credo, ma di psicologia. Questa scoperta è uno shock del pensiero che getta all'aria la vecchia descrizione del mondo e produce conseguenze straordinarie sul piano delle idee e perciò sulla realtà stessa della civiltà contemporanea. Intervenire in economia e cercare di indirizzarla attraverso misure e strumenti economici è la concezione di una scienza isolata, chiusa in se stessa. E' come tentare di cambiare le immagini proiettate su uno schermo grattandole con le mani. Quando le immagini appaiono sullo schermo piatto dell'esistenza, e sono a noi visibili, vuol dire che esse sono già irrimediabilmente proiettate. Così i "fatti" economici. Essi sono già "fatti". Essi sono in realtà la materializzazione di una psicologia. L'unico modo per cambiarli è di risalire alla loro causa: il pensiero che li ha proiettati. Continuando la nostra metafora, occorre risalire al proiettore ed alle immagini sulla pellicola.
Le conclusioni cui siamo giunti sono valide per l'economia come per la politica. La politica è tale perché la nostra psicologia, il nostro modo di pensare e di sentire, è tale. La satira di Swift nei Viaggi di Gullier è ancora ferocemente attuale. A Lilliput si combattevano due partiti: quello che voleva aprire le uova dalla parte più stretta e quello che voleva invece aprirle dalla parte più larga. In tutti i tempi i motivi che dividono le fazioni raramente sono stati meno pretestuosi. Dietro la forma del mondo c'è lo spirito di divisione, la mancanza di unità e la mente conflittuale dell'uomo.



La Politica e il pensiero conflittuale
Come l'economia, anche la politica è il riflesso della psicologia dell'umanità ordinaria.
Il mondo è tale perché la nostra psicologia è tale.
Una psicologia conflittuale guidata dagli istinti di razza e di territorio, fondata su una visione predatoria del mondo, su una logica binaria, duale, dove l’opposizione, il contrasto, l’antagonismo, la competizione, sembrano parte permanente ed ineliminabile della storia dell’uomo. La politica, intesa come attività faziosa fondata sull'egoismo e sull'affermazione cieca del proprio interesse e di quello del proprio gruppo sugli altri.
Essa esisterà fino a quando sarà prevalente la parte di umanità governata da una emozionalità malata, che pensa e sente negativamente. L'uomo è un progetto incompleto, un essere in prigione laddove si crede libero e una moltitudine, laddove si crede un individuo interiormente compatto, integro. "L'uomo è una corda su un abisso tesa fra la bestia ed il superuomo", aveva intuito Nietzche e paventava un'età in cui l'umanità "non getterà più la freccia del suo desiderio al di là dell'uomo e la corda del suo arco avrà disimparato a vibrare".
La psicologia ordinaria, che nel nostro studio chiamiamo orizzontale, é quella di un essere che manca di unità interiore, irascibile, suscettibile, agitato internamente da una legione di emozioni, pensieri e desideri contrastanti che tirano in direzioni opposte e lo lacerano, creando esternamente conflitti, divisioni, criminalità e guerre.
L'uomo orizzontale è internamente una moltitudine, perciò è infelice. Una divisione tra le divisioni. Una infelicità tra le infelicità. La sua psicologia è conflittuale, la sua visione del mondo è fatta di opposti, la sua logica è dicotomica.

La causa delle cause
E' sufficiente aprire un giornale per rendersi conto che la vera malattia del mondo, la causa delle cause, che è dietro ogni problema, ogni male dell'umanità è il pensiero conflittuale dell'uomo e la sua mancanza di unità. Lack of Unity. Anche la nostra conoscenza è il prodotto di opposizioni concettuali, e l'avanzamento della nostra scienza coincide spesso con il potenziamento dell'industria bellica e un aumento della nostra capacità distruttiva Il mondo è il riflesso, l'esatta proiezione del nostro modo di pensare e di sentire. Il mondo è un chewing gum, prende la forma dei nostri denti. La radice, la causa prima di tutti i problemi del mondo, della povertà endemica, della conflittualità permanente e della criminalità, è che l'umanità pensa e sente negativamente. La malattia più terribile del pianeta non è il cancro o l'Aids ma il pensiero conflittuale e la mancanza di unità interiore. Per cambiare il destino dell'umanità bisogna cambiarne la psicologia.

La ragione armata
La mitologia dei greci antichi rappresentava la ragione come una Dea che nasce armata, partorita dalla testa di Giove, da una sua emicrania o da un suo incubo. Il pensiero meccanico, ripetitivo, senza gioia né creatività caratteristico dell'uomo ordinario può essere studiato con più aderenza dalla robotica e dalla intelligenza artificiale più che dalla psicologia.
Di fatto nel futuro questa qualità di pensiero sarà raggiunta dalle macchine. Esistono già oggi le conoscenze ed il potere di calcolo per fare un computer pensante. La prospettiva è che se il pensiero dell'uomo rimane nello stato attuale, fondato su una logica binaria, non ci sarà una differenza radicale tra l'attività cerebrale dell'uomo ordinario e l'attività pensante delle macchine del futuro. Noi siamo fatti di aminoacidi, un computer di silicio. Anche fisicamente la differenza non è veramente grande.
Le nostre speranze di una politica più stabile, di istituzioni più mature e di una vita sociale non conflittuale sono quindi affidate all'affermarsi di un tipo umano dotato di una vera psicologia.



Quando l'abbiamo individuata abbiamo chiamato questa nuova specie: l'uomo verticale.
Sono particolarmente lieto di poter dare a voi, studenti lettori de. "La Scuola degli Dei" l'importante annuncio scientifico di questa nuova specie psicologica anticipandovi i profondi rivolgimenti che il suo affermarsi avrà su tutte le attività umane e, soprattutto sull'economia e sulla politica.
Al di là dei caratteri biologici e morfologici comuni alla ordinaria umanità, essa è connotata da un modo di pensare e di sentire che non potrà mai essere imitato da nessun computer. La psicologia dell'uomo nuovo, dell'uomo verticale  non può appartenere a nessuna macchina. Egli non è una evoluzione della vecchia umanità ma un essere assolutamente originale, dotato di una psicologia libera da conflitti interiori e dalla zavorra delle emozioni negative. La sua logica non è più binaria, la sua mente non funziona per contrapposizioni, il suo spirito non è conflittuale. Egli conosce l'esistenza di livelli, i gradi cui ogni cosa appartiene nella Scala dell'essere e vede il mondo attraverso questo ordine, questa gerarchia, e non attraverso la frizione degli opposti. Gli opposti sono soltanto i due profili della stessa realtà, come le due estremità di un solo bastone. Dietro di essi c'è un'armonia nascosta, come già Eraclito sapeva. La gerarchia è Dio.

L'uomo verticale ha una dimensione in più. Il suo punto di vista è dall'alto. E' insieme l'osservatore e l'osservato, lo scenziato e la cavia, l'individuo e la folla, e come tale ha una psicologia più completa o, potremmo dire, appartiene ad una specie più intelligente. Unificando ed armonizzando gli opposti dentro di sé, sa usare la conflittualità esterna come propellente per la sua evoluzione. Attraverso questi uomini l'impossibile diventa prima possibile e poi inevitabile.


                                                    Diventa un uomo Verticale, iscriviti al week-end seminar della School for Dreamers
                         




                                                                                    "La Scuola degli Dei di Stefano D'Anna"


                                                               "iL Piccolo Dreamer Programmatore di mondi" di Vega Roze


                                                                           "L'eonardo il Trasformista" di Michele Lombardi


                                                                                  "Nel RinasciSenso" di Mario Dal Mare


1 commento:

  1. "Per cambiare il nostro destino, anche economico, dobbiamo perciò prima cambiare la nostra psicologia. Il sistema dei valori morali, delle idee e dei principi in cui crediamo è la causa ed i fatti economici sono l'effetto. Questo è vero per un paese, per una organizzazione, per un uomo come per una civiltà".

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