mercoledì 14 gennaio 2015

"E' tempo di realizzare il sogno" di Stefano D'Anna

«Ricordi quel ‘sogno’ ad occhi aperti? È tempo di realizzarlo! È tempo di creare una Scuola per sognatori, dove i giganti dell’economia ameranno insegnare.»
Quelle parole, che negli anni seguenti avrei letto mille volte, stavano contagiandomi, conquistandomi, innamorandomi. Esse mi avrebbero sostenuto e dato forza nei tanti momenti di difficoltà che avrei incontrato nel corso di quell’impresa.
«Tutto ciò che conta ed è reale in un uomo è invisibile − enunciò − Così in economia. C’è una verticale all’asse dell’economia, un piano di ordine superiore, un mondo delle idee e dei valori morali da cui i fatti economici dipendono.»
Mi fece rilevare come, ancora oggi, condizioni di sottosviluppo e di stagnazione economica sono associate a un sistema di valori di tipo arcaico. Queste condizioni di sottosviluppo sono soltanto l’altra faccia di un problema che nelle economie evolute si manifesta attraverso fatti patologici e malattie sociali.
«È quindi nel mondo invisibile delle idee, dei valori ideologici e morali, della filosofia e del linguaggio, che troviamo l’origine, il motore dei fatti che si proiettano visibilmente nel mondo dell’economia e del business.
…Oltre le piramidi dell’industria… oltre i grattacieli della finanza…dietro tutto quello che vedi e tocchi, dietro tutto quello che di utile, di bello, di vero ha conquistato l’umanità… all’origine di ogni intuizione, di ogni raggiungimento scientifico… c’è sempre il sogno di un uomo… di un individuo…
All’individuo, alla sua preparazione, dedica ogni tuo respiro! Mettilo al centro di ogni attenzione. La massa è un fantasma… un meccanismo influenzato da tutto ed ogni cosa… Non ha fede, non ha una volontà propria… non può creare… E, difatti, non ha mai creato nulla. La sua funzione, la ragione della sua esistenza, è distruggere. L’individuo e la folla sono le due facce di una stessa realtà, i pistoni di uno stesso motore. L’individuo crea, la folla distrugge.
Sta a te decidere a cosa appartenere. L’individuo è l’unica realtà… è il sale della Terra.»
Per il Dreamer le uniche limitazioni sono nell’Essere. Povertà e guerre sono il riflesso di una coscienza di scarsità, di una logica conflittuale. Saranno cancellate dal pianeta solo quando le avremo sradicate dall’individuo.
«Fonda una Scuola per individui, una Scuola senza confini… Raccogli i sognatori di tutto il mondo… senza distinzione di nazionalità, di colore, di credo, di censo… Una Scuola dove il soggetto più importante da studiare è se stesso, dove la capacità di fare e di agire sono il risultato più concreto
dell’amarsi dentro.»
Le Sue parole fluivano veloci ed io stentavo a registrarle. Più che parlare, il Dreamer stava dettando. Quando me ne accorsi, sentii aprirsi una ferita. Mi sentii umiliato… mi stava trattando come un amanuense. Una punta di risentimento, il brontolio di una lamentela cupa e muta, montarono dalla melma dell’Essere senza che potessi farci nulla. Più di ogni cosa, mi esasperava quella Sua totale mancanza di riguardo per lo sforzo cui mi stava obbligando per tenerGli dietro. Sembrava che lo
facesse apposta…
«Smettila e scriviii!» ordinò con voce terribile il Dreamer, interrompendo all’istante quel corso di pensieri e la sequela di stati d’animo in cui stavo avvitandomi. Quell’urlo del Dreamer arrivò provvidenzialmente ad afferrarmi sull’orlo della china, mentre già scivolavo nella acque stigie
dell’autocommiserazione, dell’accusa, della lamentela.
«Scrivi!» ripeté. La Sua voce si era ridotta ad un sibilo ancora più terrificante dei Suoi urli.
«Questo libro è per sempre! Un giorno saprai che la tua vita ha avuto un senso solo perché hai incontrato Me, che scrivere le Mie parole è la sola ragione per cui sei nato.»
Questo intervento del Dreamer ebbe la forza di liberarmi. In un istante mi sentii terso e leggero, come un cielo d’estate spazzato dal maestrale. Come sempre, le bacchettate del Dreamer erano terapeutiche; avevano il potere di eliminare la zavorra, di spazzare via dall’Essere ogni inquinamento. Intanto aveva ripreso il Suo discorso, in un normale tono di voce.
«Le scuole e le Università della prima educazione, anch’esse insegnano a sognare» disse, e lasciò trascorrere una breve pausa. Poi in tono amaramente ironico aggiunse:
«Ma il sogno che proiettano è la scarsità… il loro insegnamento è la dipendenza, il dubbio, la paura, il limite… Dietro la maschera della loro presunta erudizione, nascondono il dolore ed un canto incessante di sconfitta.»
Ora non stava più rivolgendosi a me, ma a generazioni di futuri studenti, oltre l’illusoria barriera del tempo. Le sue idee potenti e rivoluzionarie stavano plasmando la missione della Scuola, il suo
destino, scorrendo come linfa nelle sue radici.
«Ogni conoscenza proveniente dal mondo esterno, dagli altri, qualunque teoria o metodo, può essere una base di partenza, ma dovrà essere abbandonato per poter andare oltre e raggiungere un più alto
livello di intelligenza.
È tempo di lasciarsi alle spalle ogni insegnamento, ideologia, disciplina,
libro o idea, ogni parola scritta, e tuffarsi nelle acque profonde del Sé, alla ricerca della verità, della propria unicità.
Solo in questo modo potrai superare ogni ostacolo, liberarti da ogni ipnotismo, diventare padrone di tutto e ogni cosa.»

                                                 Prossimi eventi della School for Dreamers:
                                            http://lnx.schoolfordreamers.com/calendario-eventi/





Lezioni di Economia dal Vangelo
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