giovedì 9 luglio 2015

"Ricordare il futuro" di Stefano D'Anna

L’umanità è divisa in due specie che sembrano convivere fianco a fianco ma di fatto sono segnate da un destino del tutto diverso. Uno spartiacque mentale, una insanabile divergenza di atteggiamenti e diversa visione del mondo e della vita, separa la massa, quelli che hanno bisogno di vedere per credere, da quella manciata di individui, pochi tra i pochi, che hanno la capacità di credere prima di vedere. Questi uomini hanno il potere di ricordare il futuro, consapevoli del fatto che il sogno è la cosa più reale che ci sia e la loro follia luminosa è in grado di modellare la realtà. Ad essi dobbiamo ogni progresso, ogni nostra conquista. Essi sostengono il mondo.
“Un uomo che crede in se stesso apparentemente fa un passo nel vuoto e, solo allora, immancabilmente, vedrà il terreno materializzarsi sotto il suo piede per dar ragione alla sua pazzia luminosa… credere per vedere e mai viceversa!”. (da La Scuola degli Dei di Stefano D’Anna) L’umanità pensa e sente negativamente, per questo solo pochi possono nutrire sogni o coltivare utopie. Le masse sono adoratrici dello status quo, spaventate da tutto quanto è sconosciuto o insolito. La paura del nuovo le destabilizza e le acceca. E in effetti i grandi spiriti dell’umanità hanno tutti subito una violenta, talvolta feroce opposizione da parte delle moltitudini perché il mondo che essi hanno immaginato è ad esse invisibile e quindi le elude e le spaventa. La vastità delle loro idee, la ferrea fiducia nella loro giustezza, la portata della loro visione e la loro Integrità ci pongono come davanti a uno specchio, obbligandoci a confrontarci con noi stessi. E questo paragone è così doloroso che invece di provare a cambiare per essere di più e diventare migliori, preferiamo eliminare il termine di confronto. In tutta la nostra storia il cambiamento non si è mai originato dalla massa né da un sistema di convinzioni o di idee diffuse; e neppure da una filosofia, da una rivoluzione o da un partito politico. Il cambiamento è sempre stato il prodotto della fede e dello sforzo di un uomo solo, determinato. Un individuo. Il mondo ha bisogno uomini capaci di sognare l’impossibile e dargli concretezza attraverso la loro fede tenace, la capacità di impegnare ogni respiro della propria vita per renderlo possibile e poi inevitabile. Non esiste scuola né ci sono mentori che ci abbiano insegnato insegnato ad avere fede, a sviluppare in noi stessi le qualità di uomini visionari, il potere di credere prima di vedere. Il Mito, il Sogno, gli impulsi del cuore e la capacità di ricordare il futuro hanno costruito la nostra civiltà e continueranno a precedere e originare qualsiasi progresso o cambiamento evolutivo. Nella costruzione del futuro, nella realizzazione dei progetti più arditi dell’umanità, il sogno di Icaro verrà sempre prima dei fratelli Mongolfier e dei fratelli Wright. Quel mitico palpito di ali, apparentemente così fragili, farà per sempre vibrare l’aria e anticiperà di millenni il rombo dei moderni motori di Boeing e Jumbo jet.


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