lunedì 5 maggio 2014

"Capovolgi le tue convinzioni" di Stefano d'Anna

“Capovolgi le tue convinzioni!”
Estratto da "La Scuola degli Dei"
Intanto si era messo a Suo agio, sistemando con cura alcuni cuscini intorno al corpo. La Sua attitudine mi parve quella di chi fa buon viso e approccia con rinnovata energia un lungo lavoro che credeva già
concluso.
«Capovolgi le tue convinzioni!» mi esortò con forza.
L’idea di invitarmi a sedere non dovette neppure sfiorarGli la mente, e mi lasciò in piedi, dov’ero sin dall’inizio del nostro incontro.
Interpretando questa Sua attitudine come mancanza di considerazione, provai risentimento ed un senso di offesa. Allora era impossibile per me concepire un essere che come il Dreamer vivesse ogni istante strategicamente. In Lui non c’era un battito di ciglia che non fosse consapevolmente al servizio del Suo intento. Rimuginando il mio malanimo, restai ad ascoltarLo, confinato nello spazio di una lastra
di cotto, accanto alle trepide acque della Sua piscina.
«Il presente, il passato, il futuro di un uomo… gli eventi, le circostanze e le esperienze che incontra sul suo cammino, sono ombre proiettate dal suo credere - continuò il Dreamer - la sua esistenza, il suo destino, sono la materializzazione delle sue convinzioni e soprattutto del suo indulgere…
‘Visibilia ex invisibilibus’. Tutto quello che percepisci, vedi e tocchi nasce da una invisibilità.
La vita di un uomo è l’ombra del suo ‘sogno’, è il dispiegamento nel visibile dei suoi princìpi e di tutto ciò in cui crede…

Tutti vedono puntualmente realizzarsi ciò in cui hanno fermamente creduto… Un uomo crea sempre. Gli ostacoli che incontra sono la materializzazione dei propri limiti, del suo pensiero conflittuale, della sua
impotenza...C’è chi ha fede nella povertà, c’è chi ha fede nella malattia… c’è chi crede incrollabilmente nel limite e nella scarsità… c’è chi ha puntato tutto sulla criminalità… Un uomo crea sempre, anche negli stati più tenebrosi dell’Essere.»
Secondo il Dreamer non c’è qualcuno che abbia più fede degli altri.
Ogni uomo ha la sua porzione di fede da gestire, da investire… ad ognuno è data esattamente la stessa quantità che a tutti gli altri.
«Ciò che fa la differenza tra gli uomini… ciò che veramente li fa appartenere ad un diverso destino, è la direzione delle loro credenze, la diversa qualità del target che, anche se inconsapevolmente, ognuno si
prefigge di colpire… »
Queste affermazioni del Dreamer mi sconcertarono non poco. Avevo sempre creduto che la fede fosse un bene raro e che anzi, proprio nella loro diversa capacità di avere fede, consistesse la differenza sostanziale
tra gli uomini. Tra i pilastri ideologici su cui poggiava la mia descrizione del mondo, c’era sicuramente la convinzione che Maometto o Alessandro, Socrate o Lao Tzu, Churchill o Napoleone fossero diversi dagli altri per la forza delle loro convinzioni.
«Ma se tutti hanno fede... anzi, la stessa quantità di fede – chiesi, chiamando in causa le scritture e facendomi forte della loro autorità – qual’è allora il significato delle parole ‘se aveste fede quanto un granello
di senape’?…»
Il discorso che seguì si incise per sempre nell’Essere. Non tanto per le memorabili parole che pronunciò, ma per l’autorità che sentii pulsare dietro ognuna di esse. Il Dreamer non stava dandomi un’interpretazione
di quel passo del Vangelo, lo stava creando. La sostanza sognante di quel messaggio millenario, l’intelligenza compressa nei suoi atomi, si stava sprigionando lì, in quel momento. Quelle che stavo ascoltando erano
parole nuove, vive. Non erano mai state pronunciate prima, in tutta la storia del mondo.
«Se un uomo avesse la capacità di spostare di un millimetro la direzione della sua fede, se appena potesse indirizzare la forza delle sue convinzioni verso la vita anziché verso la morte… potrebbe spostare montagne nel mondo degli eventi.»
Come un lampo che squarcia il buio ed illumina ciò che un attimo prima era sepolto nell’ombra, così, vividamente, mi attraversò la mente l’evidenza dell’immensa energia contenuta in un atomo di fede. Capii che
l’eliminazione del più piccolo granello d’inferno avrebbe disintegrato quel 100% di fede nella morte che è la più radicata tra tutte le convinzioni dell’uomo. Realizzai anche la ciclopicità di una tale impresa. Soltanto
concepirne il pensiero equivaleva allo sforzo di un titano che prendesse su di sé il peso della terra e della volta del cielo.
Per la prima volta chiesi a me stesso in che cosa avevo avuto fede… a che cosa avevo dato valore, fino all’incontro con il Dreamer… La Sua voce mi raggiunse nel mezzo di questi pensieri e mi soccorse mentre stavano irrimediabilmente curvando verso il fondo oscuro del mio passato. Anche se ne ero già a conoscenza, fu imbarazzante avere la riconferma che ero per Lui come un libro aperto.
«Fino ad oggi la tua ragione di vita, il goal della tua esistenza, come quello di tutti gli uomini, è stato di ucciderti dentro… Malattia, Vecchiaia, Morte sono le divinità che da migliaia di anni l’umanità ha idolatrato…
Così l’uomo ha rinunciato dolorosamente alla vita… al suo sogno infinito.»
‘Se aveste fede quanto un granello di senape… ’ significava che il più piccolo innalzamento della visione, la minima trasformazione, avrebbe potuto farci deviare dal nostro destino mortale.
Il ‘sogno’ è la cosa più reale che ci sia.
‘Vedere’ i propri limiti, circoscriverli, significa liberarsene!



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