giovedì 10 luglio 2014

"Ama il tuo nemico" di Stefano D'Anna

"Imparate a sorridervi dentro mentre l’attacco,
l’offesa si manifesta in tutta la sua spietatezza…
L’Antagonista deve essere combattuto fuori
e simultaneamente perdonato dentro!
Il perdono può avvenire solo dentro di te.
Fuori di te ‘recita’ impeccabilmente
il combattimento più accanito… ma senza crederci!"
Finalmente, uno spiraglio si apriva a gettare luce su quel millenario, impenetrabile paradosso: Se lo ami non è più un nemico e se è un nemico come fai ad amarlo?
‘Ama il tuo nemico’ è un’idea superiore che può essere compresa e applicata solo da un uomo integro. Solo chi ha estirpato da sé conflittualità e divisione può fare a meno dell’Antagonista.

Per chi ha una logica duale, per chi ancora vede e pensa attraverso gli opposti, la guarigione non può che presentarsi con la maschera feroce dell’Antagonista.
«L’attitudine di un leader di fronte alle difficoltà deve essere questa»
disse e rese mimicamente il concetto stropicciandosi le mani come chi finalmente ha davanti qualcosa che ha atteso e desiderato a lungo.
«Un leader sa che, per quanto terribile possa apparire l’Antagonista, la lotta è sempre pari e le difficoltà solo apparenti. Dietro la maschera dell’Antagonista, dietro la sua apparente brutalità, si nasconde l’accesso ai
più alti livelli di responsabilità.»
«Più chiaro di così il gioco non ve l’ha mai spiegato nessuno!» annunciò il Dreamer, indirizzando le Sue parole ad una invisibile audience vasta quanto il pianeta.
Aggiunse che senza questa comprensione, senza una Scuola, la maggior parte degli uomini si ferma sulla soglia di questo passaggio rifiutandosi di pagarne il prezzo. Continuamente incontriamo ostacoli e voci interne che ci dissuadono dal proseguire, antagonismi fisici o psichici che saggiano la forza della nostra aspirazione, la chiarezza del nostro intento, la nostra preparazione, la nostra determinazione.
Un’impossibilità apre sempre le porte alla possibilità successiva. Inoltrandomi sempre di più nella visione del Dreamer sentivo il potere di un training speciale. Da Lui stavo ricevendo l’insegnamento di un’arte
marziale capace di trasformare in propellente ogni attacco e tutto quello che nella vita sembra contrastarci. Nemici e ostacoli apparivano ora sotto una nuova luce.
Uomo o evento, l’Antagonista ha l’ingrato compito di rivelare ogni vuoto, ogni mancanza, debolezza o paura che ti porti dentro; di denunciare senza alcun compromesso la tua impreparazione, le colpe, i limiti che tu stesso ti sei posto.
"Quando avrai riconosciuto l’Antagonista che hai dentro, sparirà anche fuori."
Il Dreamer sottolineò ironicamente come in cambio dei suoi preziosi servigi l’Antagonista riceva da noi solo malevolenza e rancore.
La figura di Padre Nuzzo si fece spazio nella memoria e prevalse sulla piccola folla degli antagonisti incontrati negli anni della mia fanciullezza al Collegio Bianchi. Provai una pungente malinconia e un leggero rimorso
al ricordo di tutte le cattiverie che gli indirizzavamo. Solo ora, accanto al Dreamer, potevo ‘vedere’ dietro la sua spietatezza, dietro i suoi attacchi più severi, il sorriso e l’amore di chi contiene il ‘gioco’.
«I maestri che più abbiamo odiato sono quelli che ci hanno dato di più»
affermò il Dreamer epigrammaticamente. Il Suo intervento disperse i miei pensieri e sgombrò il campo dalle ombre e dai fantasmi generati da quei sentimenti inutili. Dalla esposizione del Dreamer stavo osservando
l’emergere di un sistema, un modello cosmico ricorrente capace di essere applicato a tutte le azioni umane, individuali e sociali; una sorta di legge universale osservabile in qualsivoglia scala. In particolare mi aveva colpito il Suo accenno alla possibilità di sfuggire alla legge dell’Antagonista. Su questo punto Gli manifestai l’incapacità di immaginare un mondo senza attrito, dove fosse possibile proporsi e raggiungere qualunque traguardo senza avvalersi dell’aiuto prezioso e spietato dell’Antagonista.
«Come si fa?» chiesi affascinato dalla prospettiva di trasformare la vita in un paradiso terrestre, dove finalmente l’Antagonista non avrebbe avuto possibilità di accesso.
«È come chiedere di vivere su questo pianeta eludendo la legge di gravità»
rispose il Dreamer nel tono secco di chi liquida una questione. Poi a voce bassa, come per mantenere segreta quell’informazione, aggiunse:
«L’uomo potrebbe scegliere le influenze sotto cui vivere e affidarsi al potere di qualcosa che si trova più in alto, ma vive nel dolore e per questo non sa nulla dell’Arte del sognare! Soffre perché non sogna.»
«Attraverso l’Arte del sognare un uomo cessa di soffrire… cessa di morire – disse sibillinamente – Solo chi ha smesso di uccidersi dentro ‘ha diritto’ alle rivelazioni ineffabili dell’Antagonista.»
Lasciò trascorrere una lunga pausa in cui sembrò interessarsi a quello scorcio di Roosevelt Island e ai gabbiani che ne graffiavano il cielo, poi disse:
«Per il momento, impara a considerare l’Antagonista il tuo migliore alleato… e augurati che sia sempre più feroce ed agguerrito. Più alto il nostro grado di responsabilità, più feroce sarà l’attacco dell’Antagonista.
Questa visione, col tempo, capovolgerà la tua vita e creerà il mondo che hai sempre voluto.»
Il Dreamer si accorse che ancora attendevo una risposta su come far sparire ogni minaccia, ogni attacco, dalla nostra esistenza.
«Ciò che apparentemente ti contrasta e si oppone è solo un rivelatore, una freccia luminosa puntata verso la vera causa di ogni tuo guaio e di tutte le tue difficoltà. L’Antagonista sei tu! Se potessi avvicinarti a questa
comprensione, il ‘gioco’ si svelerebbe e sparirebbe; l’Antagonista perderebbe i suoi contorni, la sua apparente cattiveria, il suo potere. L’Antagonista è in realtà un segnale puntato su tutto ciò che dovresti cambiare in te, tutto ciò che non vuoi vedere, toccare, sentire in te... »
Dalla mia evidente difficoltà a seguirLo deliberò che non ero ancora pronto ad affrontare quell’argomento. Mi disse che per il momento avrei dovuto considerare la legge dell’Antagonista come una legge universale
ed ineluttabile.
«L’uomo così com’è non può sfuggire alla legge che governa il mondo degli opposti, dove tutto avviene e si crea attraverso il conflitto, il gioco dei contrasti» affermò in tono conclusivo. Mi ritrovai a riflettere sulla
inesorabilità del nostro destino e su come la salvezza di un solo uomo potesse estendersi a tutta l’umanità.
«Che cosa c’entri tu con la salvezza del mondo? – disse con voce terribile il Dreamer irrompendo tra quei miei pensieri – quando tutto quello di cui il mondo ha bisogno è di salvarsi da te!.»
«Per adesso incontra il tuo dolore, la tua sofferenza – ordinò – stai lì.
Non sfuggire. Osservati e metti a nudo le loro radici. Solo quando sarai libero dalla descrizione del mondo potrai liberare il mondo.
«L’uomo ha dimenticato di essere il creatore della propria realtà ed è questo che rende indispensabile, simbiotica, l’azione dell’Antagonista nella sua vita… »
«Capovolgi la tua visione! Imponiti la libertà!» disse. Il tono era paterno ma aveva la forza aspra e severa di un ordine. Per un attimo mi scosse; poi il sopore in cui stavo scivolando mi riprese impossessandosi gradualmente di ogni mia facoltà. Feci ancora in tempo a sentirGli dire:
«Trasferisciti nell’uomo che sogna, che crea, che ama!… L’Antagonista lo incontra solo chi ha deciso di vincere se stesso. La caduta non ha antagonismi, è libera e indolore.»


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