giovedì 5 marzo 2015

LA RIVOLUZIONE INDIVIDUALE di Stefano D’Anna



Visibilia ex Invisibilibus
La verità economica più grande è sigillata nel motto della School for Dreamers: Visibilia ex Invisibilibus. La ricchezza materiale, visibile, è soltanto il riflesso della prosperità interiore di un uomo, di un’impresa, di una nazione. La ricchezza come la povertà sono l’espressione materiale di una invisibilità: l’essere. E’ un processo che procede dall’interno all’esterno”. Il visibile è una proiezione dell'invisibile, ne dipende come l'ombra dipende, per dimensione e forma, dall'oggetto che la proietta.
Tutto ciò che possiamo vedere, avvertire, toccare e sentire, gli oggetti materiali e l'intero business dell'esistenza, in tutta la sua varietà, non è che la proiezione di un mondo invisibile ai nostri sensi, verticale ad esso.
Anche in un uomo, tutto quello che egli ha saputo costruire origina dalla sua invisibilità, dal suo "sogno", e si manifesta esteriormente nella qualità della sua vita e nella natura degli eventi che lo toccano.

Un uomo potrebbe accidentalmente costruire un regno, potrebbe accumulare denaro, proprietà e castelli, ma il minimo crack nel suo "sogno" lo farebbe fallire.


Avere è essere
L’avere e l’essere sono un’unica realtà ma su piani diversi dell’esistenza. Come le estremità dello stesso bastone. Avere è Essere. L’avere è l’essere che si manifesta nel tempo e nello spazio. L’essere è l’avere sublimato, il visibile trasceso e portato ad un ordine superiore. Questa scoperta apre le porte ad una immensa rivoluzione nella percezione ordinaria del mondo ed è uno di quegli shock del pensiero capaci di modificare il corso di un’intera civiltà.

Che cos’è l’essere?
Difficilmente siamo consapevoli di essere circondati dall’invisibilità, di vivere in un mondo prodotto dall’invisibile; che tutto ciò che conta ed è reale in un uomo è invisibile.
Tutti i nostri pensieri, sentimenti, fantasie, immaginazioni, sogni, sono invisibili. Le nostre speranze, ambizioni, segreti, paure, dubbi, perplessità, incertezze, e tutte le nostre sensazioni, attrazioni, desideri, avversioni, amori ed odi, appartengono al mondo invisibile dell’essere.

Il cambiamento delle ideologie
Ogni passaggio epocale nella storia dell’umanità è sempre stato preceduto dal capovolgimento di ideologie, da una rivoluzione psicologica che attraverso un individuo si è poi trasmessa alle masse. L’idea eliocentrica fece saltare i cardini del pensiero medioevale, ricollocando l’uomo dal centro ai margini dell’universo e schiudendo l’età moderna; il Protestantesimo modificò radicalmente la visione del lavoro, da condanna biblica a strumento di evoluzione dell’uomo, realizzando le condizioni per l’avvento della rivoluzione industriale e del Capitalismo moderno.


Il mondo dell’essere
Oggi ci troviamo di fronte ad una nuova rivoluzione. Una rivoluzione psicologica fondata sull’idea che essere e avere non sono dimensioni conflittuali, polarità, ma due facce della stessa realtà. Tutto ciò che vediamo e tocchiamo, tutto ciò che percepiamo, i grattacieli della finanza, le piramidi dell’industria, le scoperte ed i raggiungimenti della scienza e della tecnologia, tutto ciò che noi chiamiamo ‘realtà’, non è altro che la proiezione di un mondo invisibile ai nostri sensi, di un mondo delle idee e dei valori che corre verticalmente al piano della nostra esistenza: il mondo dell’essere.

Mezzo secolo di insuccessi

L’essere è la causa dell’avere. Questo spiega perché i paesi più ricchi di risorse naturali sono spesso anche i più poveri e come mai l'arricchimento di un uomo non è condizione sufficiente per sottrarlo al suo destino, se non corrisponde ad un allargamento della sua visione. E’ riconoscibile di fatto l’esistenza di una sorta di meccanismo omeostatico che ineluttabilmente riconduce l’avere al livello dell’essere. Un uomo impreparato, anche se temporaneamente favorito da un evento o da circostanze esterne, viene ricacciato nell’antica povertà se l’avere eccede il suo livello d’essere. Questo è vero anche per le nazioni. Dopo oltre mezzo secolo di insuccessi dei programmi di aiuti internazionali ai paesi del terzo mondo, dovrebbero ormai averlo capito anche gli economisti dello sviluppo: non è possibile aiutare dall’esterno un paese che non abbia già raggiunto un adeguato grado di ricchezza nel suo patrimonio di idee (etiche, estetiche, religiose, filosofiche, scientifiche) e nel suo sistema di valori. A molti di questi paesi basterebbe riconnettersi alla loro antica saggezza, all’essenza delle loro origini, e riportare linfa nel sistema dei valori più antichi, per raggiungere livelli di prosperità nelle loro condizioni di vita.


La guarigione procede dall’interno all’esterno

La comprensione che ‘avere è essere’ sradica uno dei più antichi pregiudizi dell’uomo e ne rivoluziona gli schemi concettuali. Non è l’avere che permette di fare e di essere, ma è l’essere che permette di fare e poi di avere. Il superamento di questa forma di ipnosi collettiva significa lasciarsi alle spalle una visione piatta del mondo e accedere a un pensiero verticale: esistono strati del reale e infiniti livelli dell’essere. ‘Avere è essere’ è la chiave per la comprensione delle questioni più complesse e vitali riguardanti la vita dell’uomo e dei sistemi organizzativi, di ogni ordine e complessità, e spiega la diversità del loro destino. Se il pensiero dominante e la concezione prevalente di tutta la nostra civiltà, fino ad oggi, è stato: avere per poter fare e quindi per essere, è tempo di rovesciarlo. Un uomo, un paese, una civiltà, hanno la capacità di fare e di possedere solo ciò che possono ‘sognare’, contenere nel raggio della propria visione; gli eventi e le circostanze della loro storia e tutto ciò che essi incontrano, nel bene e nel male, corrisponde perfettamente al proprio livello d’essere, all’ampiezza delle loro idee, alla profondità dei loro valori. In natura come in economia ogni guarigione procede dall’interno all’esterno, dall’invisibile al visibile, dall’essere all’avere.

Scienza e Coscienza

Ogni conquista nel visibile, ogni incremento della capacità di fare e di avere dell'umanità è sempre stato anticipato da una conquista nell'essere. Le conoscenze scientifiche e il progresso tecnologico procedono di pari passo con la conoscenza che l'uomo ha di sé e con il livello di consapevolezza raggiunto. Scienza e coscienza procedono di pari passo. Il progresso scientifico e la capacità di disporre di energie e risorse nella storia della nostra civiltà appare quindi regolata dalla stessa legge che in natura dota ogni specie solo delle armi e della forza che è in grado di controllare. E’ la stessa legge che assegna fauci ed artigli micidiali agli animali dotati del miglior sistema nervoso e armi sempre meno potenti a quelli filogeneticamente più arretrati nella scala del controllo dell'aggressività dentro e fuori la propria specie. Che si tratti di un individuo, di una organizzazione, di una nazione o di una intera civiltà, la capacità di conoscere, di fare e di avere dipende dal livello d'essere raggiunto da quella civiltà, da quella nazione, da quella organizzazione, da quell'individuo.

Più sei, più sai, più fai, più hai.
Osservando un uomo o un’organizzazione, tutti ne possono percepire la dimensione dell'avere, pochi e con più difficoltà quella del fare. Resta invisibile ai più la dimensione dell’essere: quella della profondità e dell’ampiezza delle idee, dei valori, del “sogno”. In realtà il possesso, la disponibilità, la proprietà di energie, di risorse e di beni è soltanto un effetto, la proiezione della capacità di fare, è una sua funzione. A loro volta, fare e avere dipendono dall'essere, come l'ombra dipende per dimensione e forma dall’oggetto che la proietta.

Il fattore tempo
Ciò che impedisce di vedere il perfetto equilibrio che esiste tra essere ed avere è il fattore tempo che, come una cortina fumogena, illusoriamente li separa. Se, meravigliosamente, riuscissimo a comprimere il tempo, gli anni della vita di un uomo o i secoli di una civiltà, vedremmo la perfetta corrispondenza tra essere ed avere. Essi sono la stessa, identica realtà a livelli diversi dell’esistenza. L'avere sublimato diventa essere e l'essere materializzato, essenzializzato, diventa avere.


La scoperta della identità tra avere ed essere segna profondamente anche il pensiero economico perché se l'avere, e quindi anche la produzione della ricchezza, è una proiezione dell'essere, l’invisibile nell’uomo e nelle organizzazioni, dovrà di diritto rientrare tra i legittimi soggetti della ricerca scientifica, anche nel campo dell’economia. Insieme all’etica, al sistema delle convinzioni, al sistema dei valori morali e, soprattutto, al ‘sogno’. La European School of Economics da anni porta avanti un lavoro di ‘capovolgimento’ della visione ordinaria dell’uomo, una rivoluzione del pensiero, che riconosce nell’individuo, nel suo sogno, la causa di ogni ricchezza, l’origine di ogni reale cambiamento.
Per scavare fino alla radice la vera causa dei problemi che ci fronteggiano abbiamo dovuto abbandonare le piste già tracciate, uscire dalle angustie ideologiche delle tradizionali teorie economiche, dimostratesi insoddisfacenti, ed osare la formulazione e la verifica di nuove ipotesi, più ampie ed ardite.

 

Migliorare: una fede superstiziosa

La vecchia umanità, tra le sue abitudini più nocive ed inveterate, ha quella di parlare sempre di miglioramento. Il linguaggio comune è infarcito di parole come evoluzione e progresso; ma tutto resta così com’è. Da millenni non succede nulla. I problemi planetari, dalla povertà alla criminalità, fino alla conflittualità e alle guerre, sono gli stessi di sempre, nell’età della pietra come nell’età digitale.   ‘Migliorare’ è la parola d’ordine di chi vuole lasciare tutto com’è; di chi indulge in un modo di pensare obsoleto, privo di vitalità. Credere che il mondo possa essere migliorato è la fede superstiziosa di un’umanità che non ha la forza di affrontare alla radice il suo male. Occorre una rivoluzione del pensiero. Un capovolgimento. Solo l’individuo può farlo.

L’economia è fatta da uomini che amano.
Finché l’umanità rimane conflittuale, preda della paura e dell’angoscia, la povertà è l’economia. La criminalità è l’economia. Chiunque scoprisse un antidoto alla povertà, alla criminalità, alla malattia, verrebbe ostacolato, e perfino eliminato. Le malattie del pianeta, vecchie di millenni: la povertà endemica di sterminate regioni del pianeta, la conflittualità, la criminalità, si perpetueranno e si acutizzeranno finché la ragione dell’uomo resterà armata, finché antagonismi come povertà e ricchezza continueranno a lottarsi, non nel mondo, come poli opposti dell’esistenza, ma nella coscienza di ogni uomo, insieme a: male e bene, sofferenza e piacere, paura ed amore.

 

Occorrono nuove università

Occorrono scuole speciali e nuove università. Il loro primo insegnamento deve essere la rivoluzione dell’essere, al centro di ogni loro interesse ed in cima ad ogni loro priorità ci deve essere l’individuo. Nell’essere dell’individuo c’è il seme. Dobbiamo iniziare dall’interno. Come ogni guarigione, bisogna procedere dall’interno all’esterno, cellula per cellula, individuo per individuo. E’ un processo inside-out.
Ogni altra rivoluzione della storia è fallita, sia politica od economica. La trasformazione vera, la soluzione dei problemi millenari dell’umanità, potrà essere soltanto il prodotto di una rivoluzione della mente. Noi dobbiamo pensare diversamente.
Chi commette un crimine, chi versa in condizioni di povertà, ha una descrizione rovesciata del mondo. Crede che il mondo esterno possa renderlo ricco o felice; che possa promuoverlo o renderlo sicuro. Ma il mondo, con tutti i suoi eventi, e il business dell’esistenza nella sua complessità, non è che l’effetto, la conseguenza, l’ombra proiettata dall’essere. Il mondo è la proiezione del nostro modo di pensare e l’economia è il riflesso dei nostri valori e delle nostre idee. Chi non si arricchisce nell’essere, qualunque bene, qualunque ricchezza la perderà.

La felicità è economia.
Il progetto educativo di un uomo ‘bilanciato’ dalle qualità apparentemente paradossali, è antico di migliaia di anni. Un uomo che armonizza in sé scaltrezza ed innocenza, ragione e intuito, potere finanziario e amore. Una conoscenza libresca, imposta dall’esterno, uguale per tutti, è un soffocamento dell’essenza… è falsa, è illusoria… La conoscenza ‘vera’ è già in ogni individuo. Dobbiamo solo ‘ricordare’, fare un viaggio a ritroso nella memoria verticale. Disseppellire il sogno e fare ciò che si ama.
La felicità è economia. Solo uomini felici possono creare una società stabile e prospera.
E’ questa la preparazione del futuro. Lo dimostra il fatto che i laureati con questa visione si inseriscono tra i primi nel mondo del lavoro e delle professioni. Essi ‘scelgono e sono scelti dalle organizzazioni che amano, e fanno il lavoro che hanno sempre sognato. Questa filosofia educativa non può essere un miglioramento di quella tradizionale, ma il suo superamento. Il suo compito e ‘ricordare’ agli studenti la loro unicità, l’originalità, l’innocenza che essi già posseggono.




Lezioni di Economia dal Vangelo
il nuovo libro si Stefano D'Anna a questo link:

http://lnx.schoolfordreamers.com/lezioni-di-economia-dal-vangelo/

                                  Prossimi eventi della School for Dreamers:
    http://lnx.schoolfordreamers.com/calendario-eventi/





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