Nel 1955 Rose Parker viene arrestata per essersi
rifiutata di cedere il suo posto all’arrivo di un bianco mentre viaggiava su un
bus di linea. Meno di quarant’anni più tardi Billy Wilder, nipote di schiavi,
viene eletto governatore della Luisiana. E neri saranno poi in progressione il
sindaco di New York ed il Governatore di Washington. Immaginate per un momento
che cosa sarebbe accaduto se quattro decenni non avessero opportunamente
distanziato questi eventi. Cosa sarebbe accaduto se il tempo fosse stato
risucchiato, come l’aria sotto la campana di vetro nei nostri esperimenti di
fisica al liceo; se, quei quaranta anni si fossero compressi in un istante?
Sarebbe stata la pazzia. Avremmo visto uomini bianchi buttare giù un nero dal
bus e l’istante dopo scrollargli la polvere dal vestito per votarlo governatore
o sindaco.
Il tempo è un ammortizzatore, una pietosa cortina che ci
protegge e ci impedisce di vedere quello che non siamo ancora pronti ad
accettare.
Il tempo è un ammortizzatore, una pietosa cortina che ci
protegge e ci impedisce di vedere quello che non siamo ancora pronti ad
accettare.
Ricordare il futuro
Occorreranno
all’America quarant’anni per poter accettare, e vedere espressa nella realtà
sociale, quella comprensione che Rose Parker e i leader neri avevano già
raggiunto attraverso il loro “sogno” di libertà. Come tutti i sognatori, come
tutti i tuffatori dell’invisibile, essi avevano il dono di comprimere il tempo
e di ricordare il futuro, vedere quello che gli altri avrebbero visto ed
accettato solo molti anni dopo. Perché il sogno di essere liberi precede la
libertà, come la regalità viene prima del regno. E’ l’innalzamento della
coscienza che crea la libertà. Ma come ogni guarigione, la libertà procede
dall’interno all’esterno e non è possibile dare ad un uomo, come ad un popolo,
un grado di libertà cui non é preparato.
Breve storia universale della Democrazia
L'età di Omero
considerava la peggiore delle condizioni umane quella del thetes, l'operaio
agricolo che per vivere doveva vendere le proprie braccia. Per i greci
attaccatissimi alla libertà, dipendere da un altro per la sopravvivenza
quotidiana era una servitù intollerabile. La sopravvivenza della loro civiltà
dipendeva dal valore dei loro guerrieri non meno di quanto la nostra dipenda
dallo spirito di iniziativa, dalle idee, dalla creatività che solo uomini
liberi possono avere. Non a caso, in quella società dell’essere, che non aveva
orologi e aveva rinunciato alla misurazione del tempo, si concepì e si attuò,
nell’età di Pericle, la prima democrazia, anche se non liberale. Dovremo
attendere ben oltre due millenni (1776) perché si ricreino le condizioni per la
nascita della prima democrazia liberale. E’ rilevabile su scala mondiale una
tendenza secolare in direzione della democrazia liberale e dello sviluppo del
liberalismo economico. Questo è stato il fenomeno macropolitico più notevole
degli ultimi 400 anni. Questo processo fondamentale è ancora in atto e detta un
modello evolutivo comune a tutte le società umane, qualcosa come una storia
universale dell’umanità che si muove in direzione della democrazia liberale.
Questa tendenza può essere riconosciuta attraverso il lento ma progressivo
aumento del numero di paesi ‘democratici’ che da tre nel 1790, diventarono
tredici nel 1900, venticinque nel 1919, fino a sessantuno nel 1990.
Libertà morale e libertà politica
Il Contratto Sociale si apre con una domanda: come mai
l’uomo aspira ad essere libero ma é in catene dovunque volgiamo lo sguardo.
Anche per Rousseaux è da ricercare all’esterno dell’uomo, nella riforma delle
istituzioni.
Lo stesso
Liberalismo è il tentativo di portare alla massa ideali di libertà nella
convinzione che questa possa arrivare dall’esterno. Ho ascoltato illustri
esponenti liberali distinguere tra una libertà morale, non vincolata ai
rapporti esterni ed alle condizioni in cui l’individuo si trova a vivere, e la
libertà politica che può esistere solo laddove è possibile esercitare un più o
meno ampio sistema di diritti. Come dire: esiste una libertà interna ed una
libertà esterna. Tra le maglie di questa convinzione trova spazio l’illusione
di quanti credono che attraverso battaglie politiche, lotte e rivolte, sia
possibile allargare la libertà dell’uomo, che sia possibile fargliene dono
dall’esterno.
L’uomo è psicologicamente in prigione
Questa visione
fa il paio con quelle teorie dello sviluppo che si ostinano a credere che il
decollo delle economie sottosviluppate possa avvenire attraverso gli aiuti
internazionali. E’ dal 1940 che invano attendiamo un tale miracolo; perfino
l’economia dello sviluppo dovrebbe ormai convincersi che dall’esterno non è
possibile arricchire nessuno e neppure alleviarne la povertà. La libertà dalla
povertà, dal bisogno, come ogni guarigione, procede dall’interno all’esterno. E
questo è vero per un paese, come per un uomo e per un’intera civiltà. Lo
dimostra il destino dei sudden
millionaires; di quanti vincendo, o trovandosi improvvisamente a disporre
di forti somme di denaro senza la preparazione necessaria, sono presto ritornati
all’originaria povertà.
Man is psychologically in prison. E il suo peggior carceriere è la
propria convinzione/illusione di essere libero.
Libertà interiore, libertà esterna
Interno ed
esterno si corrispondono. Libertà interiore e libertà esterna procedono di pari
passo. Il muro di Berlino cade, e la bandiera rossa viene ammainata sul
Kremlino, senza che un solo politologo lo abbia previsto. Questa conquista di
libertà, apparentemente improvvisa, impensabile, per milioni di uomini non è
effetto di movimenti di opinione o di battaglie politiche, ma è la conseguenza
di un allargamento di uno spazio psicologico. Si verifica quando un
innalzamento della nostra coscienza rende anacronistici quel muro, il rosso di
quella bandiera, e tutto ciò che essi simboleggiano.
La schiavitù non è mai scomparsa, ha solo cambiato pelle.
Ricordo una lezione di Sociologia all'università. Commentando
una notizia di cronaca di quei giorni (la scoperta che nello stato del
Mississippi esisteva, ancora in vigore, una vecchia legge schiavista) sorpresi
non poco gli studenti affermando che in realtà la schiavitù non è mai stata
abolita. Una nuova forma di schiavitù, di subalternità, aveva preso il posto di
quella antica:è la condizione impiegatizia. dei nostri tempi. La crescita di esercito sterminato di esseri umani disposti a
dipendere, a barattare il proprio tempo in cambio di un salario o uno
stipendio, è un fenomeno recente, un prodotto della modernità.
L’insegnamento a dipendere
I giovani, attraverso quella che eufemisticamente ancora
chiamiamo educazione, sono esposti ogni giorno nelle scuole e nelle università
ad un unico messaggio educativo globale: l'insegnamento a dipendere. Scuole ed
università, vere e proprie fabbriche di omologazione, hanno continuato a
preparare le nuove generazioni all’assenza di libertà, alla rassegnazione in
lavori subordinati, senza gioia, senza creatività, convinti che l'economia
potesse fondarsi sul lavoro servile e che il mondo dovesse abbisognare per
sempre di milioni di dipendenti, che uffici e fabbriche, come moderne
trasposizioni delle piantagioni di cotone, avrebbero continuato a richiedere
mano d'opera coatta. L’età post-moderna ha sconvolto questa concezione. E’
tempo di prenderne atto. “Fai solo ciò che ami” è il vessillo di una nuova
umanità che ha rovesciato come un guanto la vecchia visione del lavoro-fatica. La libertà è un ritorno a se stessi, è
uno stato dell’essere che per essere raggiunto richiede un lavoro strenuo di
anni. Per questo è necessaria una seconda
educazione che è come il viaggio di ritorno dei salmoni controcorrente.
La razza da impiego
Tutto iniziò
quando si cominciò a considerare il tempo come una merce. Quando cioé si
concepì di comprare il tempo degli uomini invece di ciò che essi producono:
beni, servizi e idee. Questo avvenne con la nascita delle grandi imprese, e la
necessità conseguente alla rivoluzione industriale di un esercito di milioni di
lavoratori "dipendenti", operai o impiegati, disposti a vendere il
proprio tempo a prezzo fisso, un tanto all'ora o al mese. Che il lavoro umano
sia comprato ad ora o a mese non fa differenza.
Ciò che invece
è rilevante osservare è l'andamento parallelo di due fenomeni: da una parte
l'ininterrotto, tumultuoso sviluppo del capitalismo moderno, cosiddetto
razionale, per oltre due secoli, e dall'altra, nello stesso arco temporale, il
progressivo espandersi di questa nuova forma di schiavitù, di subalternità, che
è la condizione impiegatizia.
L'umanità ha
subito una "speciazione", si è formata cioé una nuova specie, una
sorta di "razza da impiego",
un gruppo umano planetariamente esteso, capace, per le esigenze di una miriade
di organizzazioni, di accettare quelle terribili condizioni di esistenza e di
sopportare, senza neppure avvertirla, l'indicibile dolorosità del dipendere.
Generazione
dopo generazione, attraverso processi di origine genetica e culturale, si sono
prodotte trasformazioni somatiche e comportamenti simili a quelli che compaiono
regolarmente nel corso dell'addomesticamento e negli animali di allevamento: il
rilassamento dei muscoli, l'adiposità, l'inflaccidimento e l'afflosciamento del
ventre, l'accorciamento della base cranica e degli arti.
La vera libertà è conoscersi
C’era un’arte
che i Greci antichi anteponevano ad ogni altra ed onoravano in sommo grado. L’arte della profezia, del vaticinio,
la conoscenza del futuro. Sapiente era soltanto chi sapesse predire l’avvenire.
In nessun’altra civiltà la profezia assunse una posizione di tale centralità
nella vita della società e degli individui come in Grecia dove fu elevata ad
emblema, divenne l’abbreviazione della Grecia stessa.
Alla ricerca
di un sapere perduto ci siamo imbattuti in un vero rompicapo. Sul timpano del
tempio di Delfi, centro universale dell’arte profetica, chi aveva a lungo
viaggiato affrontando i più gravi pericoli per conoscere il suo destino trovava
scritto “conosci te stesso”. Ci è
mancata per secoli l’informazione necessaria a capire quale fosse la relazione
tra conoscere se stesso e conoscere il proprio futuro. E altrettanto arduo è
stato capire come fosse possibile raggiungere questa conoscenza di sé. Con ogni
probabilità un pezzo del timpano con l’informazione rilevante è andato perduto,
polverizzato dai secoli, lasciandoci con un’informazione a metà. Noi l’abbiamo
ricostruita. Conoscere se stessi è un effetto, avviene di conseguenza. Per
poter conoscere se stessi occorre studiare se stessi. Self-observation. Nulla possiamo conoscere di noi stessi senza
osservarci, senza studiarci.
Individuo, indivisibile
La vera
libertà è una libertà psicologica. Essere libero significa sfuggire ad ogni
influenza ipnotica, alle superstizioni, alla tirannia dell’omologazione, alla
meccanicità dei rituali, alla divisione. Solo un uomo dotato di una psicologia
libera da conflitti interiori e dalla zavorra delle emozioni negative, un uomo
che ama se stesso intensamente può essere libero. Solo un uomo che ha raggiunto
l’unità dell’essere, una compattezza interna, una integrità, una indipendenza dal
mondo esterno può sostenere l’immensa energia della libertà. La logica non è
più binaria, la sua mente non funziona per contrapposizioni, la sua razionalità
non è conflittuale. Libertà dalla paura, dal dolore, dal dubbio. Un uomo che si
libera da queste “ombre” dell’essere governa se stesso e gli altri e può vivere
libero sotto qualsiasi governo o regime. Fu Cicerone che studiando gli
atomisti, e dovendo tradurre atomo (non divisibile), coniò la parola individuum. Nell’etimo di “individuo”
c’è quindi il significato di indivisibile, c’è insita una condizione di
integrità. Solo l’individuo può essere libero.
La sua morale, la qualità dei suoi principi, non gli permettono di
essere al servizio di una fazione.
Ognuno è convinto di avere uno spazio di libertà più o meno grande da poter gestire. Ma gli uomini sono prigionieri di una finta libertà, misurano i passi da un muro all’altro della loro cella senza saperlo.
Ognuno è convinto di avere uno spazio di libertà più o meno grande da poter gestire. Ma gli uomini sono prigionieri di una finta libertà, misurano i passi da un muro all’altro della loro cella senza saperlo.
Verità e
Libertà si corrispondono.. sono interconnesse... si comunicano continuamente.
La Verità va in profondità, la Libertà vola. Più si va in profondità e più si
vola. Più si sale in altezza e più si scava.
Per essere più liberi bisogna essere più
veri,
per essere più veri bisogna essere più
liberi.
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