Il 99,9% dell’umanità si sveglia al mattino con la rinnovata convinzione che il mondo, attraverso circostanze ed eventi, decide la nostra vita. Con ogni nostro pensiero rinnoviamo la fede nell’onnipotenza di una realtà esterna che ha gli strumenti per fare di noi ciò che vuole; può innalzarci o abbatterci, proteggerci o eliminarci. Il mondo nella nostra immaginazione è così diventato una divinità capricciosa e incontrollabile, da cui diìpende tutta la nostra esistenza. Una divinità da adorare, da blandire, da propriziare. Da questa visione nascono gli uomini-luna, reattivi, controllati dal mondo esterno. Il credere che il mondo sia la causa invece che l’effetto della sua creazione scaraventa l’uomo fuori dal paradiso. Solo pochi tra i pochi credono che la realtà esterna sia una proiezione del proprio essere e che niente é fuori di noi. Non esiste un’autorità esterna che abbia il controllo, che governi la nostra vita. Ogni evento per poter accadere deve attraversare la nostra psicologia ed ottenere il nostro consenso. Questi sono gli uomini proattivi, uomini-sole, capaci di brillare di luce propria.
E mentre gli uomini-luna sono identificati con l’esterno ed ogni cosa è un
pretesto per proiettarsi fuori e distrarsi da se stessi, gli uomini-sole
colgono ogni opportunità per tuffarsi in se stessi, per occupare ogni atomo,
ogni molecola di sé.
La vera letizia (o il vero successo)
Per rendere chiaro in che cosa consista la rivoluzione
psicologica che stiamo annunciando, riporto il racconto lasciatoci da Francesco
d’Assisi, da lui stesso dettato. Questa lettura è fondamentale per capire cosa
sia il vero successo per un uomo santo/sano/integro. E’ il racconto di una
vittoria interna, creativa. E’ il vagito di una nuova specie, antesignana di
un’umanità guarita dal dolore, dal dubbio, dalla conflittualità.
Al di là della dinamicità degli eventi, oltre la varietà
delle situazioni, egli sa che il mondo è il suo specchio e che l’immagine
riflessa è sempre la sua.
(Dai “commenti” di San Francesco)
Lo stesso [fra Leonardo]
riferì che un giorno il beato Francesco, presso Santa Maria [degli Angeli],
chiamò frate Leone e gli disse: "Frate Leone, scrivi". Questi
rispose: "Eccomi, sono pronto". "Scrivi - disse - quale è la
vera letizia".
"Viene un messo e dice
che tutti i maestri di Parigi sono entrati nell’Ordine, scrivi: non è vera
letizia. Così pure che sono entrati nell’Ordine tutti i prelati d’Oltr’Alpe, arcivescovi
e vescovi, non solo, ma perfino il Re di Francia e il Re d’lnghilterra; scrivi:
non è vera letizia. E se ti giunge ancora notizia che i miei frati sono andati
tra gli infedeli e li hanno convertiti tutti alla fede, oppure che io ho
ricevuto da Dio tanta grazia da sanar gli infermi e da fare molti miracoli;
ebbene io ti dico: in tutte queste cose non è la vera letizia". "Ma
quale è la vera letizia?".
"Ecco, io torno da
Perugia e, a notte profonda, giungo qui, ed è un inverno fangoso e così rigido che,
all’estremità della tonaca, si formano dei ghiacciuoli d’acqua congelata, che
mi percuotono continuamente le gambe fino a far uscire il sangue da siffatte
ferite. E io tutto nel fango, nel freddo e nel ghiaccio, giungo alla porta e,
dopo aver a lungo picchiato e chiamato, viene un frate e chiede: "Chi
è?". Io rispondo: "Frate Francesco". E quegli dice:
"Vattene, non è ora decente questa, di andare in giro, non entrerai".
E poiché io insisto ancora, l’altro risponde: "Vattene, tu sei un semplice
ed un idiota, qui non ci puoi venire ormai; noi siamo tanti e tali che non
abbiamo bisogno di te". E io sempre resto davanti alla porta e dico:
"Per amor di Dio, accoglietemi per questa notte". E quegli risponde:
"Non lo farò. Vattene al luogo dei Crociferi e chiedi là". Ebbene, se
io avrò avuto pazienza e non mi sarò conturbato, io ti dico che qui è la vera
letizia e qui è la vera virtù e la salvezza dell’anima".
Vero, verissimo, anzi virtuale
La profondita’ di questa parabola e’ insondabile. Il racconto di Francesco
e’ uno dei documenti piu’ preziosi dell’umanita’. Il suo viaggio da Perugia,
attraverso una notte d’inverno, nel fango, nel freddo e nel ghiaccio, l’offesa
e il rifiuto ad accoglierlo nel suo stesso convento, non avvengono nel mondo
delle ipotesi ma in una vera e propria realta’ virtuale. Francesco si immerge
in una situazione simulata, da lui stesso creata, e mette alla prova la sua
impeccabilitita’. Il vero successo non e’ il consenso, l’ammirazione degli
altri, l’affermazione di una superiorita’ e neppure la miracolosita’, che
possono essere perduti, ma qualcosa di piu grande: un tesoro che non conosce
ladri ne’ ruggine: la propria integrita’.E’ questo il quantum jump nell’intelligenza che e’ stato il grande tentativo fatto dalla Cristianita’, più grande dell’esodo biblico, più epico della rivoluzione di Spartaco: traghettare l’uomo dalla sponda di una specie ancora zoologica, sub-umana, a quella di esseri integri, completi.
Il passaggio dal comandamento veterotestamentaio: non commettere adulterio, a quello evangelico: non desiderare la donna d’altri, è un salto di anni luce nella coscienza. Segna il vagito di una umanità psicologica, capace di prendere responsabilità del proprio pensare, consapevole della propria interiorità.
Qui, millenni prima dell’era digitale e dei videogames, l’uomo acquistava coscienza dell’esistenza di un mondo verticale a quello sensibile, di una realtà apparentemente invisibile eppure più vera del vero. Agendo e intervenendo sui propri stati, studiandosi e acquistando consapevolezza di pensieri ed emozioni e di ogni più piccolo moto dell’animo, l’uomo diventa padrone di sé e arbitro unico del proprio destino. Il cambiamento di un solo atomo nell’essere sposta montagne nel mondo degli eventi. Dalle buie foreste dei nostri neuroni, tra le cave pareti dell’essere, possimo modellare il mondo esterno, trasformare ostacoli apparentemente insormontabili in lievi gibbosità su cui poggiare il piede e andare oltre.
"L'Auto-osservazione" raccontata da Francesca Del Nero
fondatrice di School for Dreamers
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