mercoledì 6 maggio 2015

"L'Auto-sabotaggio" di Stefano D'Anna

Se fossimo capaci di osservarci, di studiarci, realizzeremmo quante volte al giorno remiamo contro noi stessi; quante volte attentiamo alla nostra salute, al nostro benessere, alla nostra serenità. Osservando la distruttività dei nostri pensieri, la negatività dell’immaginazione, e la zavorra emozionale che continuamente produciamo dentro di noi, ci convinceremmo che l’uomo ha un solo nemico: se stesso. C’è nell’essere umano così come lo conosciamo, un istinto autodistruttivo che lo spinge in modo inconsapevole a recare danno, prima a se stesso e poi agli altri, una “cupio dissolvi” che abbiamo chiamato autosabotaggio. E’ una patologia fisica, un disturbo della biochimica del cervello, o una normale caratteristica della nostra logica conflittuale, della nostra psicologia distruttiva?

La caduta dell’uomo
Per spiegare a noi stessi il nostro irragionevole autolesionismo e la nostra distruttività; per darci una ragione di una tale assurdità, abbiamo dovuto immaginare un tempo, un’età felice, in cui l’uomo non era in queste condizioni. La Grecia classica inventò il mito di Pandora e lo scoperchiamento del vaso con la fuoriuscita di tutti i mali da cui siamo afflitti, e la  tradizione giudaico-cristiana immaginò un paradiso terrestre e la caduta Adamo. Anche la tradizione ellenica, come già millenni prima aveva fatto la tradizione anticontestamentaria con il mito di Eva, fece risalire tutti i guai degli uomini ad una donna primigenia. Insomma, per dare un senso alla nostra insipienza, abbiamo dovuto convincerci che, nell’infanzia della specie, ci sia stato un incidente, una specie di caduta dal seggiolone che spiega il nostro stato semi-demenziale.

Un canto di dolore

Solo apparentemente un uomo si augura bene, prosperità, salute. Se potesse osservarsi e conoscersi interiormente ascolterebbe invece dentro di sé la recita pressoché continua di un canto di negatività, come di una preghiera di sventura fatta di preoccupazioni, di immagini malate, dell’attesa di eventi terribili, probabili ed improbabili.... ( da “La Scuola degli Dei”  di Stefano E. D’Anna)
Questo stato di cose non può che essere il risultato di una gigantesca emanazione ipnotica, di una educazione biofoba affidata a maestri di sventura, a professori di sciagura che da secoli espongono i nostri giovani a un unico messaggio educativo globale: l’assenza di amore per se stessi, la mancanza di rispetto del proprio corpo, l’ignoranza del vero bene: la propria integrità.
Solo il miglioramento dell’individuo, la guarigione dell’umanita’ cellula per cellula potra’ salvare la terra. Questo sarà il compito di una “seconda educazione” che metterà in discussione le abitudini alimentari e le attitudini mentali, i pregiudizi e le idee di seconda mano della vecchia umanità. Sarà il compito di vere scuole e vere università esprimere una nuova visione del mondo, di ridefinire i concetti centrali dell’etica e della spiritualità; oltre che i principi della giustizia e dell’economia.


                           "Lezioni di Economia dal Vangelo" di Stefano D'Anna





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