martedì 12 luglio 2016

"Il riassorbimento dell'energia" di Stefano D'Anna

Fabbricate un posto magico nella vostra psicologia, createvi un posto nell’essere da dove potete contemplare l’infinito, l’immenso, dove potete ritornare quando volete, a riprendere nuova energia. Un posto psicologico dove potete sentirvi uniti nell’essere, integri, felici, completi, un posto di gloria, di vittoria. Fabbricate un posto in paradiso. Questo posto è il qui ed ora. Dal qui ed ora nasce tutto. Noi crediamo che il passato sia già fatto ed il futuro ancora da fare, ma tutto accade nel qui ed ora. Curate questo momento, come nel sogno, questo momento sta creando tutto il nostro passato ed il nostro futuro, per la mente questo è inconcepibile: il qui ed ora è un sole che irradia in ogni direzione...

Crono, il tempo, non solo divora i propri figli, ma divora se stesso. L’umanità è posseduta dal tempo, tutti sono intrappolati nel tempo, il tempo è un buon servitore ma un cattivo padrone. Possediamo il tempo. Qui ed ora è la cancellazione del tempo è la compressione di tutto il passato e di tutto il futuro. Se sappiamo assorbire eventi ed esperienze nel qui ed ora: troviamo soluzioni, vinciamo battaglie impossibili da vincere...
Quando siamo nel mondo spendiamo energia. Differiti dal qui ed ora, identificati con gli eventi e le circostanze esterne, perdiamo liquido vitale. La parabola dell’emorroissa è la metafora dell’uomo che perde energia e la recupera toccando (o anche soltanto andando verso) l’unità dell’essere (rappresentata da Gesù). L’emorroissa perde sangue, la vita, ma non sa come riprendersela, non conosce il riassorbimento, essa non può guarire da sola, ha bisogno dell’unità dell’essere, del guaritore, di una medicina interna per chiudere le sue ferite e tocca il mantello.
Occorre avere la capacità di riassorbire, far rientrare la vita che dai fuori. Il movimento di riassorbimento è una implosione. Guardate la vita all’indietro, riavvolgete il nastro del tempo, fate l’album al contrario, partite dalle foto più recenti ed andate indietro fino all’infanzia, ricordarsi bambini è una forma di riassorbimento, ritornare ad essere bambini, diventare sempre più piccoli, sempre più felici. Ricordare se stessi..
Paul Gaugain abbandona il lavoro parigino di cambiavalute e parte alla ricerca del paradiso perduto, vive a Panama, in Martinica, infine approda a Taiti, ma il paradiso da lui tanto cercato non lo trova, perché lo cerca dove non c’é, nel mondo esterno. Finché verso la fine della sua vita povero, deluso (to be disappointed è una condizione fondamentale per un uomo per cominciare a capire), ormai ammalato, scrive: “.. sono risalito assai alla lontana, assai più indietro dei cavalli del Partenone, sino al vecchio buon cavalluccio di legno dei tempi dell’infanzia..” E tutta la pittura moderna, a partire dall’Olimpia di Manet del 1863, rivoluziona il modo di guardare il mondo e segna, dopo secoli, lo stacco della pittura dalla realtà.

Il riassorbimento è il ricordo di sé. Se una persona riesce a ricordare se stessa, rimembrarsi, mettere le membra insieme, può riassorbire la vita che va verso la superficie e riprendersela. Mentre si è nel mezzo dell’azione, nel tumulto del mondo esterno, uno sguardo rivolto all’interno, alla propria vita, un ritorno al centro, è una forma di riassorbimento. La tecnica del riassorbimento è ritornare al centro, rientrare a casa. Donarsi e rimanere intatti, come fa il sangue che rinnova il corpo, poi ritorna e si purifica, prima di ritornare a donarsi.. a donare la vita... Nutrirsi dall’interno.
Nella favola di Peter Pan, ripresa da Spielberg in Capitan Hoock, il protagonista (Robin Williams) dimentica quel posto magico, l’isola che non c’è, NeverneverLand, invecchia, ingrassa, ha una vita insoddisfacente, oppressa da preoccupazioni e tirannicamente asservita al lavoro. Ha dimenticato come ritornare a casa... Come l’emorroissa, non conosce le tecniche del riassorbimento.
Il riposo è una delle tecniche più importanti di riassorbimento.
In tutte le culture, in tutte le tradizioni sapienziali sono codificate le pause, gli intervalli, il riposo. La domenica per i cristiani, il sabato per gli ebrei, il venerdì per i musulmani, sono i giorni dedicati al riassorbimento. Una condizione così importante che gli ebrei prevedevano la condanna a morte per chi trasgrediva il sabato, il giorno dedicato al non-fare... Ed in Arabia Saudita la polizia religiosa, armata di manganelli, si accerta che i negozi chiudano nelle ore di preghiera e tutti vadano alla moschea. Il digiuno dell’azione. La musica è fatta di pause.. e anche il respiro, tra espirazione ed inspirazione ha una sospensione. Da bambini facevamo gare con noi stessi nel trattenere il respiro o stavamo a lungo con gli occhi chiusi... Sapevamo istintivamente l’importanza dell’intervallo, del silenzio, del riposo...  riposo verbale.. di impressioni.. di cibo.. di liquidi... Tutte le tradizioni ascetiche e spirituali hanno posto il riposo (inteso come l’astenersi, come digiuno) al centro delle pratiche dirette all’elevazione dell’uomo ed all’accrescimento dei suoi poteri....
Breakfast significa interruzione del digiuno... E gli sgambetti alla meccanicità sono tutte le interruzioni, le pause, i cambiamenti che intenzionalmente apportiamo nelle nostra abitudini.... L’interruzione del dialogo interiore è un’altra forma di digiuno o riposo e quindi di riassorbimento... Così come l’umorismo e l’autoironia.
Il silenzio contiene il suono e lo produce
L’invisibile contiene il visibile e lo produce
Il non-fare contiene il fare e lo produce
Per un uomo verticale non c’è bisogno di attendere la domenica per riassorbire.. ogni attimo è domenica.. egli non ha bisogno di attendere il Natale per sentire la gioia conosce la strada di accesso al paradiso portatile.... Il riposo del Guerriero è il “sogno”.
Attraverso la self-observation possiamo riassorbire (e non più sfuggire) stati di dubbio, di paura, di dolore, di sofferenza, di death urge consciousness... possiamo riportarli dove si sono originati e farli rientrare in un ordine meraviglioso, in quel qui ed ora che è la verità... che è il riassorbimento in se stessi... Nulla è fuori di noi .. gli stati si materializzano e ci ritornano a boomerang in forma di eventi.
Il riassorbimento è una proattività... riporta nel qui ed ora il differimento, la precarietà, l’ombra in noi che sta per materializzarsi.... Le malattie nel corpo e gli eventi spiacevoli nel mondo esterno, sono la materializzazione di emozioni e prima ancora di pensieri non riassorbiti.... Il riassorbimento è leggere a ritroso il linguaggio dei sintomi fino ai simboli più remoti... è ripercorrere la scala lungo le fasi che hanno portato i sintomi ad acutizzarsi, è risalire la corrente fino alle sensazioni, alle emozioni e, prima ancora, al pensiero distruttivo da cui originano. Tutto è dentro di noi.

                                                                           Acquista: "La Scuola degli Dei" di Stefano D'Anna

                                                                                                    Dreamers Day 2016


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