Fabbricate un posto magico nella vostra psicologia,
createvi un posto nell’essere da dove potete contemplare l’infinito,
l’immenso, dove potete ritornare quando volete, a riprendere nuova energia. Un posto psicologico dove potete sentirvi uniti nell’essere, integri, felici, completi, un posto di gloria, di vittoria. Fabbricate un posto in
paradiso. Questo posto è il qui ed ora. Dal qui ed ora nasce
tutto. Noi crediamo che il passato sia già fatto ed il futuro ancora da fare, ma tutto accade nel qui ed ora. Curate questo momento, come nel sogno,
questo momento sta creando tutto il nostro passato ed il nostro futuro, per la
mente questo è inconcepibile: il qui ed ora è un sole che irradia in ogni
direzione...
Crono, il tempo, non solo divora i propri figli, ma
divora se stesso. L’umanità è posseduta dal tempo, tutti sono intrappolati
nel tempo, il tempo è un buon servitore ma un cattivo padrone. Possediamo
il tempo. Qui ed ora è la cancellazione del tempo è la compressione di
tutto il passato e di tutto il futuro. Se sappiamo assorbire eventi ed
esperienze nel qui ed ora: troviamo soluzioni, vinciamo battaglie impossibili
da vincere...
Quando siamo nel mondo spendiamo energia. Differiti dal
qui ed ora, identificati con gli eventi e le circostanze esterne, perdiamo
liquido vitale. La parabola dell’emorroissa è la metafora dell’uomo che perde
energia e la recupera toccando (o anche soltanto andando verso) l’unità
dell’essere (rappresentata da Gesù). L’emorroissa perde sangue, la vita, ma
non sa come riprendersela, non conosce il riassorbimento, essa non può
guarire da sola, ha bisogno dell’unità dell’essere, del guaritore, di una
medicina interna per chiudere le sue ferite e tocca il mantello.
Occorre avere la capacità di riassorbire, far rientrare
la vita che dai fuori. Il movimento di riassorbimento è una implosione. Guardate la vita all’indietro, riavvolgete il nastro del tempo, fate l’album
al contrario, partite dalle foto più recenti ed andate indietro fino
all’infanzia, ricordarsi bambini è una forma di riassorbimento, ritornare ad
essere bambini, diventare sempre più piccoli, sempre più felici. Ricordare se
stessi..
Paul Gaugain abbandona il lavoro parigino di cambiavalute
e parte alla ricerca del paradiso perduto, vive a Panama, in Martinica, infine approda a Taiti, ma il paradiso da lui tanto cercato non lo trova, perché lo cerca dove non c’é, nel mondo esterno. Finché verso la fine della
sua vita povero, deluso (to be disappointed è una condizione fondamentale per
un uomo per cominciare a capire), ormai ammalato, scrive: “.. sono risalito
assai alla lontana, assai più indietro dei cavalli del Partenone, sino al
vecchio buon cavalluccio di legno dei tempi dell’infanzia..” E tutta la
pittura moderna, a partire dall’Olimpia di Manet del 1863, rivoluziona il modo
di guardare il mondo e segna, dopo secoli, lo stacco della pittura dalla
realtà.
Il riassorbimento è il ricordo di sé. Se una persona
riesce a ricordare se stessa, rimembrarsi, mettere le membra insieme, può
riassorbire la vita che va verso la superficie e riprendersela. Mentre si è
nel mezzo dell’azione, nel tumulto del mondo esterno, uno sguardo rivolto
all’interno, alla propria vita, un ritorno al centro, è una forma di
riassorbimento. La tecnica del riassorbimento è ritornare al centro, rientrare a casa. Donarsi e rimanere intatti, come fa il sangue che rinnova
il corpo, poi ritorna e si purifica, prima di ritornare a donarsi.. a donare
la vita... Nutrirsi dall’interno.
Nella favola di Peter Pan, ripresa da Spielberg in
Capitan Hoock, il protagonista (Robin Williams) dimentica quel posto magico,
l’isola che non c’è, NeverneverLand, invecchia, ingrassa, ha una vita
insoddisfacente, oppressa da preoccupazioni e tirannicamente asservita al
lavoro. Ha dimenticato come ritornare a casa... Come l’emorroissa, non conosce
le tecniche del riassorbimento.
Il riposo è una delle tecniche più importanti di
riassorbimento.
In tutte le culture, in tutte le tradizioni sapienziali
sono codificate le pause, gli intervalli, il riposo. La domenica per i
cristiani, il sabato per gli ebrei, il venerdì per i musulmani, sono i
giorni dedicati al riassorbimento. Una condizione così importante che gli ebrei
prevedevano la condanna a morte per chi trasgrediva il sabato, il giorno
dedicato al non-fare... Ed in Arabia Saudita la polizia religiosa, armata di
manganelli, si accerta che i negozi chiudano nelle ore di preghiera e tutti
vadano alla moschea. Il digiuno dell’azione. La musica è fatta di pause.. e anche il respiro, tra
espirazione ed inspirazione ha una sospensione. Da bambini facevamo gare con
noi stessi nel trattenere il respiro o stavamo a lungo con gli occhi chiusi...
Sapevamo istintivamente l’importanza dell’intervallo, del silenzio, del
riposo... riposo verbale.. di
impressioni.. di cibo.. di liquidi... Tutte le tradizioni ascetiche e
spirituali hanno posto il riposo (inteso come l’astenersi, come digiuno) al
centro delle pratiche dirette all’elevazione dell’uomo ed all’accrescimento dei
suoi poteri....
Breakfast significa interruzione del digiuno... E gli
sgambetti alla meccanicità sono tutte le interruzioni, le pause, i cambiamenti
che intenzionalmente apportiamo nelle nostra abitudini.... L’interruzione del
dialogo interiore è un’altra forma di digiuno o riposo e quindi di
riassorbimento... Così come l’umorismo e l’autoironia.
Il silenzio contiene il suono e lo produce
L’invisibile contiene il visibile e lo produce
Il non-fare contiene il fare e lo produce
L’invisibile contiene il visibile e lo produce
Il non-fare contiene il fare e lo produce
Per un uomo verticale non c’è bisogno di attendere la
domenica per riassorbire.. ogni attimo è domenica.. egli non ha bisogno di
attendere il Natale per sentire la gioia conosce la strada di accesso al
paradiso portatile.... Il riposo del Guerriero è il “sogno”.
Attraverso la self-observation possiamo riassorbire (e
non più sfuggire) stati di dubbio, di paura, di dolore, di sofferenza, di death
urge consciousness... possiamo riportarli dove si sono originati e farli
rientrare in un ordine meraviglioso, in quel qui ed ora che è la verità... che
è il riassorbimento in se stessi... Nulla è fuori di noi .. gli stati si
materializzano e ci ritornano a boomerang in forma di eventi.
Il riassorbimento è una proattività... riporta nel qui ed
ora il differimento, la precarietà, l’ombra in noi che sta per
materializzarsi.... Le malattie nel corpo e gli eventi spiacevoli nel mondo
esterno, sono la materializzazione di emozioni e prima ancora di pensieri non
riassorbiti.... Il riassorbimento è leggere a ritroso il linguaggio dei sintomi
fino ai simboli più remoti... è ripercorrere la scala lungo le fasi che hanno
portato i sintomi ad acutizzarsi, è risalire la corrente fino alle sensazioni,
alle emozioni e, prima ancora, al pensiero distruttivo da cui originano. Tutto è dentro di noi.
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