lunedì 24 novembre 2014

"La perfezione non si ripete mai" di Stefano D'Anna

Dal Plaza Concert sul Bund osservavo con il Dreamer l’intenso traffico delle imbarcazioni solcare lo Huangpu. In quel punto l’immenso fiume scorre tra le due anime di Shanghai: quella del periodo coloniale europeo, dall’architettura monumentale, e quella dei nuovi quartieri di Pudong, dall’avvenieristica skyline. Qui, a perdita d’occhio, la città è un immenso cantiere disseminato di grattacieli dall’architettura visionaria, sognati per una megalopoli del futuro.
Non avevo più incontrato il Dreamer dal tempo del mio ritorno dal Kuwait e dall’inserimento nel mio nuovo lavoro nel Far East. In questi mesi infinite volte avevo letto e riletto gli appunti raccolti nel mio lungo apprendistato, e nelle diverse circostanze della vita avevo tentato di
mantenere saldi i princìpi appresi da Lui. Avevo tanto desiderato questo momento eppure temevo quell’incontro. Due questioni strettamente connesse erano ancora pendenti e restavano aperte come ferite non rimarginate: il modo in cui avevo abbandonato il Kuwait e la mia relazione con Heleonore. Erano faccende spinose che non avrei potuto più eludere.

martedì 18 novembre 2014

mercoledì 12 novembre 2014

"Il cucù dell’esistenza" di Stefano D'Anna

«Da bambino giocavi a Cucù… »
Immediatamente il film della vita srotolò all’indietro i suoi fotogrammi. Il sole era oro liquido che verniciava smalti e sbrecci dell’antico terrazzo lasciando sul suo cammino lucertole a bocca aperta, colte di sorpresa ed immobilizzate tra un vaso di basilico ed uno di traboccanti gerani. Uno di noi, a turno, ‘andava sotto’, appoggiava al muro un braccino esile esile, vi premeva contro gli occhi e contava. Gli altri correvano a trovare un nascondiglio. Cucù era il grido lanciato a chi veniva preso di sorpresa, scovato, spaventato.
«Così fa l’esistenza… Cucù!» riprese il Dreamer, imitando perfettamente quel suono della mia infanzia e penetrando nel mezzo dei miei ricordi.Tentai di non distogliermi da quelle immagini, per trattenerli ancora un poco, provai a dare un nome ai volti di quegli scugnizzi luminosi, ma essi stavano già svanendo, portando via con sé un profumo incantato d’infanzia.
«L’esistenza viene a scovarti, dovunque tu sia, e mette la maschera più terribile per rivelare lo stato in cui sei. Di cosa hai paura? Di diventare povero? Di essere abbandonato? Di ammalarti, di perdere una proprietà o il lavoro? Quella è la maschera che l’esistenza indosserà per spaventarti.
Qualunque sia la paura di un uomo, essa si materializza in eventi che egli dovrà incontrare sulla sua strada. Come esami non superati, prima o poi dovrà nuovamente affrontarli.»

martedì 4 novembre 2014

"Le tortuose vie del Sogno" di Vega Roze

“Il Sogno è la cosa più reale che ci sia” ci dice il Dreamer, non esiste principio più vero poiché tutto è Sogno. Siamo abituati per definizione e descrizione a legare il Sogno ad un’immagine da fiaba, qualcosa di bellissimo e irraggiungibile mentre invece il Sogno è la realtà che ci circonda ad ogni attimo, potrebbe anche essere incubo ma se questa realtà è a noi manifesta significa che in qualche modo l’abbiamo sognata in precedenza. 
“Com’è possibile?” diranno in molti. 
E’ molto semplice, se non stiamo attenti a ciò che pensiamo, se non esploriamo ciò che siamo con sincerità ed in profondità saranno le nostre paure a dare vita alla realtà nella quale ci crediamo immersi. L’attenzione non è solo qualcosa di importante nella Via…l’attenzione è la Via. Attenzione e amore, come potremmo mai porre attenzione a noi stessi senza amarci e come potremmo amarci senza conoscerci? Per conoscersi intendo imparare a sentire la forza che ha creato i nostri corpi, la vibrazione che spinge ogni respiro. Ci sono respiri che valgono una vita intera ed una vita intera non potrebbe essere senza l’amore di ogni respiro. I polmoni non ci giudicano, non si preoccupano di ciò che stiamo pensando o facendo, semplicemente eseguono il loro compito ad ogni soffio, senza mai fermarsi, è per questo che porre attenzione al proprio respiro, coccolarlo, seguirlo è fondamentale per accedere ad una nuova Visione.

Tortuose sono le vie del Sogno poiché siamo distratti, non siamo onesti con noi stessi, siamo così abituati all’imprevisto, al problema che se un’impresa ci appare troppo lineare diventiamo sospettosi dimenticandoci del gioco. Lasciamo che sia la paura a guidare i nostri gesti invece che seguire quell’energia creativa che fa sbocciare un fiore, che spinge il di sole a sorgere ogni mattina. 
Tortuoso e meraviglioso è il nostro Essere, conosciamolo, sentiamolo e ritroveremo in noi quell’immortalità che ci appartiene per diritto di coscienza.  


sabato 1 novembre 2014

“Il mondo ci è stato raccontato” di Stefano D'Anna

«Incontrare la Scuola è l’evento più straordinario della vita di un uomo… l’unica opportunità per sfuggire alla ipnosi comune – epilogò il Dreamer – per realizzare che tutto quello che vedi e ti circonda non è il mondo… ma solo una descrizione.»
«Ma io Ti ascolto, tocco questo tavolo... vedo la gente che passa... so che ognuno di questi uomini ha una vita, un lavoro, una famiglia… come può tutto questo essere una descrizione, una mia visione?»
«Le immagini che cadono sulla retina non sono il mondo ma il suo racconto – rispose laconicamente il Dreamer – Il mondo ti è stato descritto.»
La meraviglia per quello che stavo ascoltando fu superata da una meraviglia più grande quando gli sentii aggiungere in un soffio:
«Il vero creatore della realtà che ti circonda sei tu!... lo hai solo dimenticato… »
«Cosa ho dimenticato?» chiesi. Una vena di ostilità nella mia voce indicava la distanza che si stava creando tra noi.
«Tu sei la causa di tutto e ogni cosa. Un giorno quando sarai guarito, saprai che tu sei le radici del mondo. Il mondo per esistere ha bisogno di te…Hai dimenticato di essere l’artefice, l’inventore, e sei diventato l’ombra della tua stessa creazione.». Il tono che usò annullò quel divario sul nascere
e mi rimise in riga, come uno scolaretto.