mercoledì 31 dicembre 2014

"Lezioni di Economia dal Vangelo" di Stefano D’Anna

Estratto:
LEZIONI DI ECONOMIA DAL VANGELO – Manuale di Management interiore
di Stefano D’Anna

La pecorella smarrita
dal Vangelo di Luca 15, 3-7
In quel tempo, Gesù disse ai farisei e agli scribi questa parabola: «Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta finché non la ritrova? Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta”. Così vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione».

La dramma perduta
dal Vangelo di Luca 15, 8-10

«O quale donna, se ha dieci dramme e ne perde una, non accende la lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: “Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta”. Così, vi dico, c’è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».



….«Chi è quell’uomo tra voi che, avendo cento pecore, se ne perde una non lascia le altre novantanove nel deserto e va in cerca di quella smarrita, finché non l’abbia trovata?». «Qual è quella donna che, avendo dieci dramme, se ne perde una, non accende la lucerna, spazza la casa e non si dà̀pace finché́ non l’abbia ritrovata?». Queste parabole, inscindibilmente legate l’una all’altra, trasferiscono il messaggio che la totalità̀ dell’essere può̀ essere solo al cento per cento. Come un orologio, che perdendo anche il più̀ piccolo dei suoi pezzi smetterebbe di essere un orologio, così̀ la perdita anche di un solo atomo d’integrità̀ significherebbe la caduta nel baratro dell’incompletezza con il suo corollario di dubbi, paura, assenza di amore. Come non si può̀ essere certi al sessanta per cento, come non si può̀ amare al settanta per cento, essere senza paura all’ottanta per cento, così̀ l’Integrità̀ può essere solo al cento per cento. Uni-verso/verso l’uno.
Il senso dell’esistenza e la direzione del mondo, degli eventi e degli uomini, dal tempo dei tempi sono stati rivelati, annunciati, a chi ha orecchie per intendere. Le tradizioni religiose e sapienziali delle civiltà̀ di ogni tempo sono nate da questa insopprimibile pulsione verso l’unità̀ dell’Essere, sono percorse da uno stesso potente messaggio di Integrità̀ che ancora le fa vibrare. Tuttavia, solo pochi tra i pochi l’hanno ascoltato e inteso.
Un vero leader, un uomo ai più alti livelli di responsabilità, sa che non c’è separazione tra la propria integrità e la vita della propria impresa.
Quando il Re si ammala, la terra si ammala. Perché́ il Re è̀ la terra e la terra è̀ il Re. Una piramide organizzativa è̀ legata al respiro del suo leader. Un filo d’oro salda la sua immagine e il suo destino personale a quello della sua organizzazione e dei suoi uomini. Il suo sé́ corporeo coincide con la sua economia, come fu per gli antichi sovrani. Nei momenti di maggiore difficoltà per l’impero, come una carestia o un’invasione nemica, l’imperatore cinese, il figlio del cielo, si ritirava nelle stanze interne del palazzo per incontrare le porte del Tutto. Immobile, rivolto verso il sud, provvedeva con le sue virtù̀ superumane a che tutto l’impero restasse in accordo con il Decreto del cielo. Egli sapeva che le difficoltà̀ che si trovava a fronteggiare rivelavano una sua perdita d’integrità, di fede. Era consapevole che la battaglia andava prima vinta interiormente. Solo allora sarebbe sopraggiunta la soluzione, effetto e misura del suo grado d’impeccabilità; si sarebbe manifestata sotto forma dell’arrivo di un esercito alleato o della disgregazione dell’esercito avversario, per lotte interne, per intemperie, per carestie. Ci sono stati, in tutte le epoche, uomini straordinari capaci di creare imperi, di sostenere in vita nazioni, intere civiltà.
Sognatori pragmatici capaci di ricordare il futuro, uomini miracolosi.
A essi dobbiamo ogni nostra conquista. La religione li ha chiamati santi. E nell’etimo stesso di questa parola, appena celato sotto la superficie, c’è il concetto di Integrità, il segreto della miracolosità. Santo deriva da sano, intero. Così come in inglese holy, santo, è̀ l’altra faccia di whole, integro, sano. Quindi, nel suo significato più profondo, al di là̀del dogmatismo ecclesiale cristiano, santo significa sano, intatto. Santo è in realtà un uomo integro, intero, che ha eletto la completezza, l’unità dell’Essere, a scopo della sua vita.




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