venerdì 25 aprile 2014

"Perdonarsi dentro." Di Stefano D'Anna

Estratto dal Libro: "La Scuola degli Dei" di Stefano D'Anna

Il tramonto lanciava i suoi ultimi bagliori. Nel cobalto digradante del cielo Orione era già visibile. La temperatura si era abbassata improvvisamente ma il Dreamer non diede segno di risentirne né di voler rientrare. Tutto indicava che stava per aprirsi un nuovo, importante capitolo del mio apprendistato. Tirai fuori
penna e taccuino, deciso a prendere nota di ogni Sua parola nonostante il buio incipiente in cui il terrazzo stava rapidamente sprofondando. Quel gesto mi fece sentire immediatamente a mio agio. Capii l’importanza di avere sempre con me carta e penna. Carta e penna significava ri-cordare, recuperare, raccogliere parti di me disperse nel mondo, lontano da Lui.
Scrivere mentre Gli ero davanti, annotare le Sue parole, significava entrare in punta di piedi in zone inaccessibili dell’Essere. La Sua voce mi colse in flagrante.
«Per conquistare quella speciale condizione dell’Essere fatta di libertà, di conoscenza, di potere… occorrono anni di lavoro su se stessi… occorre ‘perdonarsi dentro’» disse, sottolineando con una particolare inflessione della voce questa espressione che subito mi sembrò estranea al carattere
guerriero ed al linguaggio inesorabile del Dreamer.
Con uno sguardo si accertò che stessi annotando fedelmente le Sue parole. Attese che completassi, poi continuò:
«‘Perdonarsi dentro’ non è l’esame di coscienza di un santo stupido, ma il vero fare di un uomo d’azione, il risultato di un lungo processo di attenzione… di autosservazione. Significa entrare nelle pieghe della propria esistenza là dove è ancora lacerata… Significa lavare e curare le ferite ancora aperte… saldare tutti i conti in sospeso… »
Poi, assumendo un atteggiamento teatralmente guardingo e abbassando la voce, come per cautelare un segreto, mi confidò:

«Perdonarsi dentro ha il potere di trasformare il passato con tutta la sua zavorra.» Infinite volte rimestai tra me queste parole dal significato incomprensibile.
«Tutto è qui, adesso! Passato e futuro stanno agendo insieme in questo
istante nella vita di ogni uomo.»
Queste parole mi riempirono di un’inspiegabile, irragionevole felicità. Ero di fronte ad una visione senza limiti. Passato e futuro non erano mondi divisi ma connessi ed inseparabili. Una sola realtà. ‘Perdonarsi dentro’
era una macchina del tempo... per poter accedere a un tempo passato che nella visione ordinaria non c’era più, e a un tempo futuro che era ancora da venire… «Capisco che il passato possa agire sulla nostra vita, ma il futuro?…» chiesi.
«Il futuro, come il passato, è sotto i tuoi occhi, ma tu ancora non puoi vederlo.»
Fu allora che mi parlò di un ‘tempo verticale’, di un ‘corpo-tempo’ che comprimeva passato e futuro in un solo istante. Un tempo senza tempo la cui porta di accesso è quest’attimo. Il segreto è non distrarsi, non
allontanarsene mai. Accedere a questo ‘corpo-tempo’ significava poter cambiare il passato e disegnare un nuovo destino. Provai un irrefrenabile entusiasmo. Avrei voluto che quell’avventura cominciasse subito... Lo volevo con tutte le mie forze… Ma il mio slancio non ebbe il tempo di abbozzarsi che già lo sentii spegnersi sotto le severe parole del Dreamer.
«Per uomini come te è impossibile perdonarsi dentro!»
Il tono era quello di un giudizio senza appello.
«Per entrare nel proprio passato e guarirlo, occorre una lunga preparazione. Solo un lavoro di Scuola può renderlo possibile.»
«‘Perdonarsi dentro’ è un ritorno a se stessi, è la vera ragione per cui siamo nati – affermò in tono conclusivo il Dreamer – Gli uomini non dovrebbero mai interrompere questo processo di guarigione.»
Il Dreamer mi premunì avvertendomi che questo mi avrebbe richiesto grandi sforzi.
«Self-observation is self-correction… Un uomo può guarire qualunque cosa del suo passato se ha la capacità di ‘osservare se stesso’»




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